Vedi Trinidad e Tobago dell'anno: 2012 - 2013 - 2014 - 2015 - 2016
Trinidad e Tobago si trova a soli 11 chilometri al largo del Venezuela, tra il Mar dei Caraibi e l’Oceano Atlantico. Più del 90% della popolazione vive sull’isola di Trinidad, dove sorge la capitale Port of Spain. Gli abitanti, la cui distribuzione sul territorio è molto eterogenea, sono per lo più di origine indiana, africana e meticcia e di religione cattolica e induista.
Le due isole, scoperte e conquistate dagli spagnoli nel 16° secolo, hanno ottenuto l’indipendenza dal Regno Unito nel 1962 e hanno adottato una Costituzione repubblicana nel 1976 – attribuendo al presidente della repubblica, eletto dal parlamento, le funzioni già svolte dalla corona britannica. L’assetto istituzionale prevede un sistema bicamerale: in Senato si riuniscono 31 membri (16 scelti dal premier, 6 dal leader dell’opposizione e 9 dal presidente), mentre nella Camera dei rappresentanti si riuniscono 41 deputati eletti ogni cinque anni. Kamla Persad-Bissessar, leader del People’s Partnership (coalizione composta da cinque partiti) e prima donna ad essere eletta presidente del consiglio di Trinidad e Tobago, ha vinto le elezioni nel marzo 2010, conquistando una maggioranza parlamentare di 29 deputati.
La piattaforma programmatica della coalizione ha individuato nella lotta alla criminalità organizzata e alla corruzione le questioni prioritarie di politica interna da affrontare nel quinquennio governativo. I due fenomeni, strettamente correlati, scaturiscono dal traffico di cocaina, le cui rotte, tra America del Sud e Nord America, passano dalle due isole caraibiche. Tra i più discussi provvedimenti adottati per sanare la situazione spicca la nomina di due esperti canadesi a capo della polizia, corpo statale tra i più afflitti dal problema della corruzione. Proprio il Canada, assieme a Stati Uniti e Regno Unito, è il maggior partner del paese in ambito di sicurezza, in particolare per le operazioni antidroga e contro il riciclaggio di denaro. I tre stati occidentali, con gli Stati Uniti in prima linea, rivestono inoltre un ruolo importante anche in ambito energetico, sia per gli investimenti diretti nell’industria del petrolio e del gas, sia come destinata delle esportazioni energetiche. L’estrazione di petrolio, e soprattutto di gas, è la infatti più importante risorsa economica del paese che produce, da sola, circa il 50% della ricchezza nazionale. Le riserve off-shore, che garantiscono autonomia energetica al paese, hanno peraltro permesso di superare la recessione economica del 2009 e di affrontare serenamente il forte aumento dell’inflazione (14%) registratosi nel 2010.
Sulla questione energetica poggiano anche le delicate relazioni con il vicino Venezuela. Nel 2003 i due paesi hanno siglato un accordo per l’esplorazione congiunta dei fondali della zona marittima di confine, dimostrando di voler cooperare per raggiungere comuni obiettivi. Nel 2005, tuttavia, il Venezuela ha siglato l’accordo Petrocaribe con Cuba, Repubblica Dominicana e con la maggior parte dei paesi della Comunità Caraibica (Caricom) – Trinidad e Tobago esclusa – aggiudicandosi così un’ampia fetta del mercato energetico a cui aspiravano anche le due isole. Dal canto suo, Trinidad e Tobago ha reagito avanzando il proposito di creare una rete infrastrutturale nell’area dei Caraibi orientali per rifornire Barbados, Saint Lucia, Dominica, Martinica e Guadalupe.