Tuscania Comune della prov. di Viterbo (208 km2 con 8121 ab. nel 2008). Il centro è situato a 165 m s.l.m., sulla destra del fiume Marta, su un rilievo di tufo con orli a picco su profondi burroni. Mercato agricolo con industrie alimentari, del legno e dei materiali da costruzione.
Già centro etrusco, T. fiorì particolarmente quando i Romani (3° sec. a.C.) si impadronirono della regione; dopo la guerra sociale fu eretta in municipio (90 a.C.). Nell’Alto Medioevo fu contesa tra Longobardi, pontefici e Bizantini. Vi si costituì più tardi un Comune, sotto la signoria successivamente degli Anguillara (967-1066) e degli Aldobrandeschi (dal 1080 in poi), sino al 1337, quando se ne impadronì la Chiesa. Ma era già iniziata in questo periodo la grave decadenza della città.
Di T. antica si conservano tratti di muri in opus quadratum, terme, portici, case e un acquedotto di età romana. Terrecotte architettoniche attestano l’esistenza di un tempio del 6° sec. a.C. Da T. provengono due dadi con i 6 numeri etruschi. Fiorente in età ellenistica la produzione di sarcofagi in nenfro (varietà di tufo) e, poi, in terracotta. Nella necropoli etrusca sono attestate tombe a fenditura superiore, a tumulo, a dado, a dado con tetto displuviato, a camera, tra le quali la celebre ‘grotta della Regina’. Sono attestate anche tombe a fossa e colombari di età romana.
La città medievale si sviluppò sull’impianto romano estendendosi poi ai rilievi limitrofi. Il territorio fu potenziato da vari castelli. Ampiamente restaurata dopo il terremoto del 1971, T. conserva la cinta muraria turrita e notevoli monumenti religiosi e civili: S. Maria della Rosa (12°-14° sec.), S. Marco (14° sec.), S. Maria del Riposo (15° sec.; annesso, il Museo Archeologico); palazzi di epoca medievale e rinascimentale. Sul colle Rivellino, resti del palazzo dei Priori. Sono fuori delle mura S. Pietro (7° sec., rimaneggiata 11°-13° sec.) e S. Maria Maggiore (7° sec., in gran parte ricostruita nell’11°-13° sec.). Nel territorio si trova l’importante complesso abbaziale di S. Giusto (8°-11° sec., diruto).