Famiglia ghibellina d'Arezzo, collegata spesso, fino alla metà del sec. 14º, coi Tarlati di Pietramala, cogli Ubaldini e coi Pazzi di Valdarno, contro i Fiorentini. Dalle munite posizioni nel contado aretino resistette all'influenza del guelfismo nero di Firenze, finché si sottomise al duca d'Atene. Partecipò (1351) alla dieta ghibellina di Milano, indetta da Giovanni Visconti. Poco dopo però alcuni suoi membri, comprendendo l'ineluttabilità della resa, cercarono patteggiamenti con Firenze; tale politica si concluse (1384) quando Firenze acquistò Arezzo dal condottiero angioino E. de Coucy. Da allora la famiglia fu accolta tra le guelfe, con qualche limitazione per quanto riguardava i diritti politici, ma notevole sempre per le grandi proprietà fondiarie, tra le quali il castello e la tenuta di Chitignano nel Valdarno casentinese. Tra i componenti della famiglia sono da segnalare oltre il vescovo Guglielmo (v.), Buoso, che fu vescovo d'Arezzo (1325-65 ca.), e Azzo di Franceschino, principale esponente delle trattative con Firenze. Dalla famiglia U. d'Arezzo sono da distinguere due altre famiglie omonime; una fiorentina, originaria di Popiano, di parte guelfa, che aggiunse a quello di U. il cognome Fetti, e che ebbe un certo rilievo nella vita pubblica della città nel sec. 14º; l'altra ravennate, assurta a notevole importanza nella politica cittadina del sec. 13º.