Economista e statistico (Chieti 1879 - Il Cairo 1946), prof. di statistica nelle univ. di Parma e Pisa e di economia in quelle di Macerata, Bologna e Roma; privato nel 1928 della cattedra per critiche alla politica economica fascista, insegnò nelle univ. del Cairo e di İstanbul; socio corrispondente dei Lincei dal 1931, si dimise nel 1935 per motivi politici e fu reintegrato nel 1945. Organizzò presso l'Istituto internazionale di agricoltura le statistiche della produzione agraria mondiale e fu tra gli esperti economici della Società delle Nazioni. Instancabile sostenitore delle idee liberali (fece anche parte della direzione del Partito liberale italiano), dopo aver partecipato nel 1922-24 alla formulazione delle leggi finanziarie, si ritirò dalla vita politica limitandosi a combattere per le proprie idee con scritti vivacemente polemici. Tra le sue opere: Il capitale (1910); Reddito e imposte (1914); Politica ed economia (1920); Protezionisti e liberisti italiani (1920); Il fallimento della politica annonaria (1921); Dal protezionismo al sindacalismo (1926); La politica economica dell'Italia durante la grande guerra (1939); Éléments d'économie politique pure. Théorie de la valeur (post., 1952).