(lat. Umbri) Antico popolo dell’Italia centrale, stanziato nel territorio dell’odierna Umbria posto a E del Tevere, e in parte delle Marche settentrionali e della Romagna meridionale. Un filone della tradizione antica li considera una popolazione indigena e antichissima, capostipite dei Sabini. I primi contatti tra gli U. e i Romani furono alleanze di tipo commerciale, poi politico e militare. Successivamente Roma, approfittando della crisi dell’Etruria, tentò con successo di guadagnare il controllo della valle del Tevere ed espandersi verso le regioni del medio e alto Adriatico. Con la sconfitta nella battaglia di Sentino della coalizione gallo-etrusco-italica (295 a.C.), i Romani occuparono i territori di Fulginiae (Foligno), Spoletium (Spoleto, colonia latina dal 241) e nell’Umbria transappenninica fondarono le colonie di Sena (Senigallia) nel 283, Ariminum (Rimini) nel 268; nel 266 fu vinta a Sarsina l’ultima resistenza. Iniziò allora il processo di romanizzazione della regione.
Le più antiche testimonianze archeologiche sulla cultura degli U. sono di carattere prevalentemente funerario (necropoli presso Terni, della prima età del Ferro; sepolcreti a Colfiorito, Norcia, Todi ecc., a partire dal 9°-8° sec.). I corredi funerari restituiscono perlopiù armi e oggetti di ornamento personale in bronzo e in ferro, ceramiche e vasellame metallico di produzione locale o di importazione. Oltre che dalle necropoli, le testimonianze archeologiche relative all’età arcaica provengono dagli abitati d’altura (Monte Il Cerchio, Monte Rotondo, Monte Castellari, Sant’Erasmo di Cesi, Castellaro di Annifo) e dai santuari (Cancelli, Monte Torre Maggiore di Terni, Grotta Bella di Avigliano Umbro, Monte Subasio, Fossato di Vico, Colfiorito). I reperti attestano una cultura materiale originale, largamente sottoposta all’influenza etrusca, ma che rivela identità e contatti con quella picena e medioadriatica. Dalla documentazione archeologica emerge l’immagine di una società preurbana, basata su un’economia di stampo agricolo-pastorale: l’occupazione del territorio era, in età arcaica e tardo arcaica, basata su villaggi fortificati in altura; punti di aggregazione erano i santuari. A partire dal 4° sec. a.C. giungono a compimento i processi di strutturazione socioeconomica e politica degli U., dei quali si colgono gli esiti nella diffusione della scrittura, nell’introduzione della moneta, nell’avviarsi del fenomeno di urbanizzazione.
Linguisticamente gli U. costituiscono il gruppo settentrionale (umbro) della famiglia osco-umbra (➔ osco-umbro). Oltre che dalle tavole Iguvine (➔ Iguvine, tavole) la loro lingua è documentata da iscrizioni e leggende monetali (databili tra 4° e 1° sec. a.C.) redatte nei caratteri di un alfabeto locale di derivazione etrusca e, talora, di quello latino.
La religione degli U. presenta la caratteristica di un pantheon in cui si stabilisce un rapporto tra le varie figure divine che si esprime mediante l’aggettivazione: così Torsa Çerfia è la dea Torsa (la «Fuga») nella sfera del dio Çerfus, mentre Torsa Iovia è la stessa dea nella sfera di Jupater (Giove). Tale peculiarità, anziché definire legami di parentela tra gli dei, sembra indicare la pertinenza di singole divinità alla sfera funzionale delle altre.