In linguistica, derivati di sostantivi e anche di aggettivi, talora di verbi, intesi a dare connotazione affettiva alla parola originaria; sono formati con gli stessi suffissi dei diminutivi, soprattutto -ino, -etto, -uccio. Per i nomi propri, il v. (detto anche ipocoristico) si forma, oltre che coi normali suffissi, anche con procedimenti propri, che in italiano consistono quasi sempre nel sopprimere le sillabe protoniche, lasciando alla forma così accorciata la sua consonante iniziale (per es., Vanni per Giovanni, Renzo per Lorenzo), o mettendo al suo posto l’iniziale della forma intera (per es., Gianni per Giovanni, Betto per Benedetto), o ripetendo come iniziale la consonante che segue dopo l’accento (per es., Nanni per Giovanni, Peppe per Giuseppe) o una affine (per es., Beppe per Giuseppe).