Designazione generica di alterazioni morfologiche di orifizi o aperture naturali o canali anatomici, causa di malattia o di minorazione in atto o in potenza.
V. cardiaco (o valvolare) Alterazione permanente, congenita o acquisita, delle valvole del cuore con conseguente ostacolo alla normale dinamica cardiocircolatoria. L’orifizio valvolare può risultare ristretto (stenosi) oppure incapace di impedire il reflusso sanguigno nella direzione opposta a quella normale (insufficienza). L’eziopatogenesi dei v. cardiaci è connessa a molteplici condizioni morbose: endocardite reumatica (che interessa prevalentemente la valvola mitrale), endocardite batterica, fibro-sclerosi (che lede prevalentemente la valvola aortica). La presenza di uno o più v. valvolari richiede, ai fini del mantenimento dell’equilibrio circolatorio, un maggior lavoro contrattile da parte del cuore, le cui pareti vanno incontro a ipertrofia, mentre le sue cavità possono presentare una certa dilatazione. Tali modificazioni anatomiche e funzionali non compromettono, talora indefinitamente, l’equilibrio (compenso cardio-circolatorio), che può venir meno a causa di lesioni cardiache o extracardiache (➔ scompenso). La presenza di v. valvolari è per lo più accompagnata da particolari rumori, detti soffi, da alterazioni dei toni cardiaci e talora dalla comparsa di toni aggiunti: tali manifestazioni acustiche, unitamente alla valutazione ecocardiografica, permettono dettagliate formulazioni diagnostiche. In molti casi i v. valvolari possono essere corretti chirurgicamente mediante impianto di valvole artificiali o interventi di plastica (valvuloplastica).
In teologia, incapacità del bene, e abitudine e pratica del male; il concetto, sul piano morale, è strettamente correlativo a quello della virtù, di cui costituisce la negazione.
V. capitali Nella teologia morale, i peccati capitali (superbia, avarizia, lussuria, invidia, gola, ira e accidia) quando siano considerati non nell’individualità dell’atto, ma come abitudini (il numero di 7 si è definito nella tradizione occidentale con Gregorio Magno, mentre in Oriente è rimasta la più antica classificazione di 8: gola, lussuria, avarizia, tristezza, ira, pigrizia, vanagloria, superbia).