WWF
In prima fila per la tutela dell’ambiente
Fondato nel 1961 a Ginevra, il WWF (World wildlife fund «Fondo mondiale per la natura») è un’importante organizzazione internazionale non governativa che ha come scopo la tutela dell’ambiente naturale attraverso la protezione delle specie in pericolo, la conservazione degli ecosistemi e della biodiversità, la riduzione dell’inquinamento. Il WWF finanzia, ogni anno, circa 1.000 progetti in circa 100 paesi
Il WWF, o anche ‘associazione del panda’, così chiamata per il simbolo scelto in onore di questa specie in via di estinzione, fu fondato a Morges in Svizzera l’11 settembre 1961 da scienziati, naturalisti e personalità di tutto il mondo preoccupate per il degrado della natura. I fondatori – tra cui Charles Lindbergh, trasvolatore dell’Atlantico, Julian Huxley, grande scienziato e presidente dell’UNESCO, Peter Scott, naturalista e ornitologo, i naturalisti Kay Curry-Lindhal, svedese, José Valverde, spagnolo e il neozelandese Edmund Hillary, conquistatore dell’Everest, presieduti dal principe Bernardo d’Olanda – crearono un’associazione che aveva come obiettivo la raccolta di fondi per aiutare concretamente la natura in tutto il Pianeta. Nel corso del primo anno il WWF raccolse e investì in progetti di conservazione quasi due milioni di dollari. Successivamente l’organizzazione trasferì la sua sede a Gland, presso Losanna, e nel 1986 assunse la denominazione Worldwide fund for nature («Fondo mondiale per la natura»), conservando però la sigla precedente.
Il WWF vuole essere un’organizzazione indipendente e multiculturale. Essa si propone di creare soluzioni concrete di conservazione della natura attraverso la combinazione di progetti sul campo, iniziative politiche e campagne educative, con il coinvolgimento delle comunità locali. Per rafforzare l’efficacia della propria azione, il WWF mira a instaurare adeguate collaborazioni con altre organizzazioni ambientali e con le istituzioni politiche, coinvolgendo governi e opinione pubblica. Tra le sue iniziative più importanti va ricordata la prima grande campagna per la conservazione delle foreste tropicali, nel 1975. Nel 1989 il WWF otteneva il bando del commercio internazionale dell’avorio per salvare gli elefanti a rischio di estinzione. Nel 1998 individuava le 200 aree del Pianeta da preservare più ricche di biodiversità, le cosiddette ecoregioni, e nel 2000 lanciava una grande campagna per salvare i fiumi europei.
L’associazione è strutturata in uffici nazionali che operano nei singoli paesi in modo indipendente, ma in coerenza con i programmi e gli obiettivi posti dal WWF internazionale. Oltre alle sedi nazionali – nel 1995 se ne contavano 24 – il WWF opera anche attraverso uffici di programma, dedicati alla realizzazione di specifici progetti di conservazione, spesso a carattere transnazionale.
I finanziamenti del WWF provengono principalmente dalle quote dei soci, da donazioni, lasciti testamentari, sponsorizzazioni di aziende. Nel caso di specifici progetti, i fondi possono arrivare da istituzioni come l’Unione europea o da ministeri che si occupano dell’ambiente, che affidano al WWF la gestione e la realizzazione di determinati progetti.
Il WWF, inoltre, ha spesso collaborato e collabora con altre associazioni ambientaliste (Verdi e ambientalisti): Greenpeace, Legambiente, Italia Nostra, Marevivo. L’organizzazione collabora attivamente anche con le istituzioni deputate al controllo e alla salvaguardia del territorio; in Italia, per esempio, con la Guardia di Finanza e il Corpo Forestale dello Stato.
Il WWF è inoltre tra le principali associazioni socie di Banca Etica, istituto nato per promuovere lo sviluppo dell’economia solidale. Da alcuni anni il WWF ha siglato un accordo con l’AMAB (Associazione mediterranea di agricoltura biologica), con la quale è partner in diversi progetti: dallo sviluppo dell’agricoltura biologica nelle oasi alla tutela delle razze animali domestiche a rischio di estinzione nei parchi.
La sezione italiana del WWF, fondata nel 1966, oltre alle operazioni in difesa della fauna selvatica, ha rivolto la sua attenzione alla creazione di oasi protette, come l’Oasi di Bolgheri (1967), il Lago di Burano (1968), il parco marino di Miramare presso Trieste (1973), nonché all’acquisto di aree di particolare interesse naturalistico, come la foresta di Monte Arcosu in Sardegna (1985) e la valle dell’Averto nella laguna veneta (1992).