xerofita Pianta atta a sopportare condizioni proprie di ambienti biologici (xerobi), caratterizzati da grande scarsità di acqua, quale quello dei deserti aridi, perché capaci di mantenere l’equilibrio idrico tra assunzione e dispersione dell’acqua, grazie a particolari adattamenti morfo-fisiologici. Le x. riprendono lo sviluppo e, in genere, le varie manifestazioni vitali dopo un parziale essiccamento. Se ne possono distinguere 4 tipi: a) quelle che presentano una più forte assunzione di acqua, o perché dotate di un apparato assorbente molto sviluppato, o perché capaci di assorbimento molto spinto (data l’alta pressione osmotica del succo cellulare), come le piante dei deserti; b) quelle dotate di dispositivi atti a ridurre la perdita d’acqua, cioè con caratteri xeromorfici, come spessa cuticola, superficie evapotraspirante ridotta, stomi affondati, rivestimenti cerosi e pelosi ecc. (per es., conifere); c) le sclerofille, come gli alberi e arbusti sempreverdi mediterranei (olivo, lentisco ecc.), che hanno foglie coriacee e tessuti poveri d’acqua; d) quelle che immagazzinano acqua e mostrano perciò grande sviluppo dei parenchimi acquiferi, come le piante grasse e succulente.