Ventiquattresima lettera dell’alfabeto latino.
L’origine della y è la stessa delle lettere u, v, w, da una lettera fenicia che rappresentava la semiconsonante u̯. La lettera che da questa trassero i Greci, Y, ebbe in origine il valore di u vocale, passato presto a ü nella pronuncia ionico-attica. Altri dialetti greci conservarono alla Y la pronuncia u, e appunto con questo valore i Romani adottarono nel loro alfabeto una Y di forma un po’ modificata, che fu la V. Quando poi, nel 1° sec. a.C., si volle introdurre nell’alfabeto latino un segno che rendesse il suono ü, di uso frequente nei grecismi, si accolse la lettera Y con la forma e la pronuncia che aveva presso i Greci. Il suono ü, estraneo al sistema fonetico latino, fu adattato di solito nella pronuncia in una semplice i, partecipando ai successivi sviluppi di questo suono (per es., gyrus, dal gr. γῦρος; it. giro, cigno).
Nella maggior parte delle lingue moderne che usano l’alfabeto latino, la lettera y è un doppione della lettera i, oppure ha la funzione, non esclusiva, di rappresentare la semiconsonante i̯ (come in inglese, francese, spagnolo) o la vocale ü (come in tedesco). In italiano la lettera y è stata largamente usata fino al 16° sec. nelle parole d’origine greca o credute tali: si scrisse a volte non solo tyranno o Hieronymo, ma anche hystoria e Tyberio, che in latino hanno i. Le grafie con i hanno poi preso nettamente il sopravvento quando il criterio fonetico ha finito col prevalere, nell’ortografia italiana, su quello etimologico. La pronuncia della y è stata sempre i, e così è pure nelle poche voci che tuttora la conservano.
Con il simbolo Y si indica uno dei cromosomi sessuali; l’altro, presente nel sesso eterozigote, si indica con X. Nei maschi umani fertili la metà degli spermatozoi porta un cromosoma Y e l’altra metà un cromosoma X, mentre nelle femmine tutte le uova contengono un cromosoma X; il cromosoma Y determina nella specie umana il sesso maschile. Esso costituisce poco più del 2% del contenuto di DNA aploide (65 milioni di basi) ed è il terzo fra i cromosomi umani più piccoli. La metà distale del suo braccio lungo è costituita da eterocromatina, che può variare in quantità da individuo a individuo senza nessuna conseguenza dannosa evidente. Il cromosoma Y ha un’omologia di sequenza con il cromosoma X almeno in due piccole regioni, denominate PAR (pseudoautosomic regions). Il termine pseudoautosomico si riferisce al fatto che il modello di ereditarietà dei geni localizzati in questa regione sui cromosomi sessuali è uguale a quello dei geni localizzati su un autosoma. Nelle regioni pseudoautosomiche l’appaiamento e il crossing-over fra i due cromosomi sessuali durante la meiosi maschile (➔ spermatozoo) assicurano la corretta segregazione del cromosoma X e del cromosoma Y nei gameti. I geni delle regioni pseudoautosomiche sono presenti in doppia copia, mentre i geni nelle restanti regioni del cromosoma Y sono in singola copia e vengono ereditati esclusivamente dai figli maschi (eredità olandrica). Nell’insieme il cromosoma Y si caratterizza comunque per la sua apparente scarsità di geni.
Il gene più studiato è SRY, localizzato sul braccio corto del cromosoma Y adiacente alla regione pseudoautosomica. SRY codifica una proteina la cui struttura a dita di zinco indica il suo coinvolgimento nella regolazione dell’espressione genica attraverso l’interazione con specifiche sequenze di DNA. In presenza di SRY, gli abbozzi embrionali delle gonadi si sviluppano in tessuto testicolare secernente gli androgeni; la presenza di androgeni determina a sua volta lo sviluppo degli organi genitali maschili esterni. In assenza di SRY si formano invece le ovaie e gli organi femminili esterni. Studi con marcatori molecolari hanno dimostrato che possono nascere maschi con cariotipo femminile (46,XX) o femmine con cariotipo maschile (46,XY) a causa di un’errata ricombinazione meiotica fra le regioni pseudoautosomiche dei cromosomi X e Y paterni, per cui si determina occasionalmente un trasferimento del gene SRY sul cromosoma X. I maschi con corredo cromosomico 46,XX sono 1 su 20.000 nella popolazione mondiale; tutti presentano dis;genesia delle gonadi e vengono considerati pseudoermafroditi. Il 75% dei casi, positivi per SRY, presenta sterilità e deriva dall’errata ricombinazione durante la spermatogenesi paterna; il restante 25% dei casi, negativi per SRY, presenta spesso organi genitali ambigui e presumibilmente deriva da un’anomala espressione di un gene che viene di norma attivato solo dopo che si è verificato l’inizio del differenziamento maschile indotto dal cromosoma Y. Anche la nascita di persone con un sesso cromosomico maschile ma con fenotipo femminile può essere determinata da numerosi difetti diversi. In alcuni casi i soggetti hanno un normale cromosoma Y nel quale è presente SRY, in altri SRY è mutato. Questi individui hanno un fenotipo femminile che rientra nella normalità, a eccezione del fatto che non si verificano le modificazioni puberali perché non vengono secreti gli adeguati ormoni femminili. I caratteri sessuali secondari possono essere indotti da trattamenti ormonali.
Un altro fenotipo raro, interessante dal punto di vista degli studi della determinazione del sesso, consiste in una condizione chiamata sindrome della femminilizzazione testicolare o sindrome da insensibilità agli androgeni; le persone afflitte da questa sindrome hanno cariotipo maschile, presentano caratteri sessuali secondari femminili ma l’utero è assente e talvolta i testicoli sono contenuti nell’addome. Questa condizione non subisce reversione in seguito al trattamento con ormoni maschili perché il difetto è causato da una mutazione del gene che codifica una proteina con funzione di recettore degli androgeni; di conseguenza gli ormoni maschili non hanno alcun effetto sui loro organi bersaglio, coinvolti nello sviluppo delle caratteristiche sessuali maschili.
La lettera Y maiuscola è il simbolo chimico dell’ittrio (➔).
fisica
La lettera Y è il simbolo del mesone vettoriale di massa 9,46 GeV/c2, che è stato scoperto nel 1977.
In elettrotecnica, Y è simbolo del collegamento a stella di tre avvolgimenti, resistori, impedenze ecc., in un sistema trifase. È anche il simbolo usato per indicare l’ammettenza.