Scrittore ungherese (Tiszacsécse 1879 - Budapest 1942), redattore della rivista Nyugat ("Occidente") e direttore della Kelet Népe ("Popolo d'Oriente"). Il suo talento robusto e il suo linguaggio vigoroso lo portano verso un naturalismo obiettivo, non privo di un divertito senso umoristico. Uno dei suoi capolavori è il romanzo per la gioventù Légy jó mindhalálig ("Sii buono fino alla morte", 1920). Tra i suoi romanzi: Sárarany ("Oro puro", 1910); Az isten háta mögött ("Dietro le spalle di Dio", 1911); Rokonok ("Parenti", 1923); la trilogia Erdély ("Transilvania", 1934-39); Arvácska ("Orfanella", 1941). Notevoli anche le sue commedie (Pacsirtaszó "Canto di allodola", 1916; Bùzakalász "Spiga di frumento", 1924; A vadkan "Il cinghiale", 1925) e le novelle (Magyarok "Magiari", 1912; Bor, szerelem, banat "Vino, amore, pentimento", 1929); Barbárok "Barbari", 1932).