sennonché (o se non che, senonché) cong. [grafia unita di se non che]. - 1. [come cong. coordinativa avversativa, con valore limitativo: ci sarei venuto, s. all'improvviso sono dovuto partire] ≈ ma, però, [...] tuttavia. 2. (lett.) [come cong. subordinativa, con valore eccettuativo: io non potrei per te altro adoperare se non che ... metterti là dove ella fosse (G. Boccaccio)] ≈ eccetto che, fuorché. ...
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malgrado (non com. mal grado) [grafia unita di mal grado, propr. "cattivo gradimento"]. - ■ s. m., ant. [senso di afflizione: io riavrò colei che è meritatamente mia, mal grado che voi n'abbiate (G. Boccaccio)] [...] ≈ dispiacere, dolore, pena, rammarico, rincrescimento. ↔ compiacimento, piacere. ■ prep. 1. [contro volontà, solo nelle espressioni mio (o tuo, ecc.) malgrado] ● Espressioni: mio (o tuo, ecc.) malgrado ...
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forte¹ /'fɔrte/ [lat. fortis]. - ■ agg. 1. a. [di persona, che ha prestanza fisica] ≈ aitante, forzuto, gagliardo, prestante, robusto, vigoroso. ‖ maschio, muscoloso. ↔ debole, fiacco, fragile, gracile. [...] a parti del corpo, stati d’animo, stile e altro: ed un dardo / ver me lanciò col bel braccio gagliardo (G. Boccaccio); l’uomo vigoroso si sente, si giudica padrone del mondo (G. Leopardi); quel suo animo vigoroso e prudente non poteva acquetarsi in ...
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malvagità (ant. malvagitate, malvagitade) s. f. [der. di malvagio]. - 1. a. [l'esser malvagio, perverso: agisce così per pura m.] ≈ cattiveria, crudeltà, ferocia, malignità, malizia, (lett.) nequizia. [...] . ↔ cortesia. ‖ gentilezza. 2. (lett.) [l'essere di cattiva qualità, o comunque avverso, spiacevole: per la m. del letto ..., non s'era ancor potuto Tebaldo adormentare (G. Boccaccio)] ≈ scomodità, sconvenienza, spiacevolezza. ↔ bontà, comodità. ...
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mandare v. tr. [lat. mandare "affidare", prob. da man(um) dare "dare la mano"]. - 1. (ant.) [dare l'incarico di fare qualcosa, con arg. espresso da frase introdotta da che: mandò che i due giovani fossero [...] dal palo sciolti (G. Boccaccio)] ≈ comandare, ordinare. 2. [fare andare qualcuno in un luogo determinato o per un dato scopo, anche assol.: è l'ora di m. i bambini a letto; manda a chiamare il medico] ≈ ↑ inviare, spedire. ↔ ricevere. ● Espressioni: ...
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vigilia /vi'dʒilja/ s. f. [dal lat. vigilia, propr. "veglia"]. - 1. (lett.) [notte trascorsa senza dormire: il vigore del quale ... né i digiuni né le v. potevano macerare (G. Boccaccio)] ≈ Ⓣ (fisiol.) [...] stato vigile, veglia. 2. a. (eccles.) [nella liturgia cattolica, il giorno che precede una solennità religiosa, un tempo con obbligo di astenersi dal cibo o di mangiare di magro]. b. (estens.) [astensione ...
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presto /'prɛsto/ [lat. praesto, avv., nella frase praesto esse "essere pronto, essere a disposizione"]. - ■ agg. 1. (lett.) a. [di cosa, che è stato approntato: fece dire all'abate che, qualora gli piacesse, [...] il mangiare era p. (G. Boccaccio)] ≈ allestito, apparecchiato, preparato, pronto. b. [di persona, che è nella disposizione d'animo di fare qualcosa subito e senza remore: a morir non servo Son p. io sempre (V. Alfieri)] ≈ deciso, preparato, pronto. ↑ ...
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bello /'bɛl:o/ [lat. pop. bellus "carino, grazioso"] (sing. m. bèl, pl. m. bèi, davanti a consonante seguita da vocale, e davanti a f, p, t, c, v, b, d, g seguite da l o r; bèllo, bègli negli altri casi; [...] [D. Bartoli]; anche il cielo e una giornata possono essere ridenti: il cielo tutto ridente porgeva graziose ore [G. Boccaccio]). Ancora una volta i contr. sono meno vari e numerosi: brutto e squallido (abusato nella lingua comune: che casa squallida ...
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dio s. m. [lat. dĕus, pl. dĕi e dī] (pl. dèi, ant. e dial. dii; al sing. l'art. è il, al plur. gli; al sing., la d- iniziale ha sempre, dopo vocale, il raddoppiamento sintattico). - 1. (relig.) a. (solo [...] caso saranno divinità, e i meno com. deità e nume, per d. ƒfolle è chi crede altra deità che la nostra [G. Boccaccio]), e demonio o demone, per diavolo (sugli occhi della donna lampeggiò un sorriso da demone [G. Verga]). Si tenga peraltro conto che ...
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volenteroso /volente'roso/ (o volonteroso) agg. [der. di volontà; nella prima forma, incrociato con volente o volentieri]. - 1. [che è dotato di buona volontà, ma non sempre di vero talento: un allievo [...] , zelante. ↔ indolente, infingardo, neghittoso, negligente, sfaticato, svogliato. 2. (ant.) [che sente desiderio di qualcosa, con la prep. di e l'inf.: volenterosi di guadagnare assai, e di spender poco (G. Boccaccio)] ≈ e ↔ [→ VOGLIOSO (1)]. ...
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Pittore. Figlio di un Antonio de Boccatiis, espertissimo ricamatore, di famiglia originaria di Cremona ma che già dal 1465 aveva preso quasi stabile dimora a Ferrara lavorandovi anche per conto degli Estensi, nacque a Ferrara circa il 1467 se...
Scrittore (Certaldo o Firenze 1313 - Certaldo 21 dic. 1375). Tuttora sostenuta da alcuni la nascita a Parigi, da un'ignota francese, certo è comunque che il B. nacque da un amore illegittimo d'un mercante certaldese stabilitosi a Firenze, Boccaccio...