(gr. ῞Αδης) Tra gli antichi Greci, nome del dio regnante sulle regioni dell’oltretomba. L’etimologia del nome è controversa: già in antico lo si derivava da un ἀ- privativo e dalla radice ἰδ- «vedere»: A. sarebbe dunque l’«oscuro». Per estensione si chiama A. il regno dei morti nella concezione pagana.
Figlio di Crono e di Rea, fratello di Zeus e di Posidone, A. partecipò con loro alla lotta contro i Titani e, dopo la vittoria e l’instaurazione del nuovo ordine di Zeus, ebbe in sorte il regno sotterraneo; tutore supremo dell’ordine della morte, A. è l’espressione diretta della sua ineluttabilità: in Omero è l’«implacabile», l’«indomabile», e come tale il «più odioso» tra gli dei. Detestato dagli dei e temuto dagli uomini, A. riceve tuttavia il culto come dio che, dimorando sotto terra, può beneficare i vivi favorendo la vegetazione ed elargendo agli uomini i preziosi metalli che la terra nasconde (come tale è chiamato Plutone, cioè dispensatore della ricchezza), oltre che accogliendo presso di sé i morti.
Nell’arte antica è raffigurato simile a Zeus, ma con caratteri più cupi nel volto, vestito di chitone e di un pesante mantello; suo attributo caratteristico è il cane Cerbero tricipite. In pitture tombali etrusche appare con pelle di lupo in testa.