adolescenza e pubertà
Tra il bambino che ero e l'adulto che sarò
L'adolescenza è un periodo di passaggio in cui si verificano grandi cambiamenti sia fisici sia psicologici. I ragazzi si sviluppano, raggiungendo la maturità sessuale, e formano il proprio modo di essere e le proprie idee. Queste trasformazioni avvengono in maniera piuttosto rapida e tendono a incuriosire e a spaventare allo stesso tempo. I mutamenti psicologici si realizzano di preferenza all'interno del gruppo degli amici, mentre la famiglia rimane sullo sfondo come un appoggio fondamentale, ma non più come unico punto di riferimento
L'adolescenza è una fase della vita caratterizzata da moltissimi cambiamenti e da una grande instabilità. Questi cambiamenti non sono soltanto fisici ma riguardano anche aspetti psicologici, della capacità di pensare e del comportamento. È il momento che segna il passaggio dall'età in cui si è bambini a quella in cui si diventa grandi. La parola adolescenza deriva dal latino adolescere, che appunto vuol dire "crescere". Ma che cosa significa crescere? Quando inizia, e quando finisce, l'adolescenza?
Le trasformazioni del corpo che avvengono durante l'adolescenza sono molto marcate sia nei ragazzi sia nelle ragazze. Si realizzano gradualmente e sono causate dall'azione di particolari sostanze, gli ormoni sessuali, prodotte da alcune ghiandole del nostro corpo. Di solito le ragazze iniziano a produrre gli ormoni sessuali all'età di 11÷12 anni, i ragazzi un po' più tardi, tra i 12 e i 13 anni. Gli ormoni sessuali danno l'avvio a una serie di eventi e trasformazioni fisiche, come l'aumento della statura, che preparano il corpo del bambino allo sviluppo sessuale vero e proprio. Ma vediamo in dettaglio cosa succede.
Nelle femmine gli ormoni sessuali più abbondanti sono gli estrogeni. Sono questi a fare aumentare di volume il seno e a determinare l'aumento delle secrezioni della vagina. Tuttavia vengono prodotti anche altri ormoni, tra cui gli androgeni, che sono responsabili della crescita della peluria pubica e ascellare (e anche di quei fastidiosi foruncoletti che spesso rovinano il viso: l'acne). Sviluppo del seno, secrezioni vaginali e peluria vengono detti caratteri sessuali secondari (i caratteri sessuali primari sono gli organi genitali) e la loro comparsa precede lo sviluppo sessuale. Durante l'adolescenza viene raggiunta la maturità sessuale e dunque la capacità di riprodursi. Nelle ragazze si ha la prima mestruazione (menarca), un'emissione di sangue dall'utero che si ripete tutti i mesi ed è collegata con la produzione ciclica di una cellula uovo da parte dell'ovaia, l'organo genitale femminile. Questi eventi sono dovuti alla produzione di vari tipi di ormoni sessuali, la cui concentrazione varia nel corso del mese. Per i primi mesi, o anni, le mestruazioni possono essere molto irregolari, sia per quantità di sangue perso, sia per il numero di giorni che passa tra un ciclo e l'altro; inoltre possono essere piuttosto dolorose.
Nei maschi gli ormoni prodotti in maggiore quantità sono gli androgeni, che determinano l'aumento della statura e della muscolatura, l'abbassamento del timbro della voce, l'aumento del volume del pene e dei testicoli (le ghiandole genitali maschili) e la comparsa dell'eiaculazione, cioè l'emissione del liquido che contiene le cellule seminali maschili ‒ gli spermatozoi ‒ che si formano nei testicoli.
La maturità sessuale è così ultimata. Questo significa che sia i ragazzi sia le ragazze potrebbero già avere figli. Però nella nostra società la maturità sessuale avviene prima di quella culturale e sociale. La tendenza a protrarre gli studi ritarda l'ingresso nella vita professionale e questo a sua volta rimanda la fine dell'adolescenza.
Fino a qualche secolo fa ‒ o anche oggi, in società diverse dalla nostra ‒ lo sviluppo sessuale era più o meno contemporaneo all'ingresso nella vita lavorativa, all'assunzione di responsabilità e alla formazione di una famiglia. Non solo: l'età del menarca nei secoli si è abbassata dai circa 17 anni agli attuali 11÷12 anni. E fino al secolo scorso non era insolito che una ragazza prendesse marito intorno ai 17 anni. La distanza che c'è oggi tra il momento in cui il nostro corpo diventa adulto e quando lo diventa la nostra mente può disorientare i giovani, contribuendo a farli sentire da una parte lontanissimi da un passato molto recente, quando erano bambini, dall'altra non ancora abbastanza grandi e forti come gli adulti.
Allora, quando e come finisce l'adolescenza? Non esiste una risposta precisa a questa domanda. Da un punto di vista fisico l'accrescimento finisce intorno ai 18÷20 anni. Perciò si potrebbe collocare l'inizio dell'età adulta intorno a questa età, che coincide anche con il momento in cui si diventa maggiorenni di fronte alla legge. Ma questo non significa che i ragazzi di 18÷20 anni siano sempre del tutto autonomi e indipendenti, che non abbiano più bisogno di essere aiutati e guidati dalla famiglia e dalla società in vari aspetti della loro vita. Inoltre va anche detto che nella realtà italiana un ragazzo che ha appena finito la scuola o che sta andando all'università deve faticare molto ad allontanarsi dalla famiglia: basti pensare al costo degli affitti o alla difficoltà di trovare un lavoro o di cambiarlo. La prolungata permanenza nelle famiglie, quindi, da una parte dà ai ragazzi più tempo per poter maturare, dall'altra fa sì che questa maturazione sia ritardata. I ruoli all'interno della famiglia tendono a modificarsi meno rapidamente rispetto alla velocità dei cambiamenti adolescenziali; i genitori spesso non riescono, né potrebbero riuscire, a star dietro alle continue oscillazioni tipiche di questa età. Oscillazioni tra comportamenti più da bambini (come ricerca di baci e carezze, richieste di aiuto nel fare i compiti, dichiarazioni di incapacità a fare le cose più semplici) e comportamenti più da adulti (attività sessuale, impegno politico, assunzione di responsabilità, potenziamento fisico).
Abbiamo parlato, ma solo dal punto di vista fisico, della tempesta ormonale che caratterizza l'adolescenza. Le trasformazioni che avvengono nel corpo dei ragazzi, però, vanno di pari passo anche con altre trasformazioni, o addirittura le causano. La maturità del corpo e la possibilità di usarlo a scopo riproduttivo possono essere sconvolgenti. A volte i cambiamenti sono così rapidi e così grandi che si può fare fatica a riconoscersi nello specchio. Si può sentire di non poter controllare il proprio corpo in evoluzione, che risulta quasi estraneo. Alcuni possono trovare molto difficile rinunciare all'aspetto di bambini, tanto da cercare di mascherare i caratteri sessuali secondari. Altri possono invece evidenziarli per mostrare a tutti le avvenute trasformazioni. Tutti, comunque, sono incuriositi da questa nuova dimensione che è il corpo sessuato e cercano di prendere confidenza, capirlo, esplorarlo.
La curiosità verso il nuovo corpo, così velocemente trasformato nell'aspetto, dà l'avvio alle prime esperienze di masturbazione: i ragazzi iniziano a toccare, carezzare, manipolare i propri genitali, ormai maturi, al fine di scoprire le nuove sensazioni che offrono e di provare piacere. Il toccare diventa un canale di conoscenza molto importante, e anche di comunicazione. Compaiono i legami con l'amico del cuore e con il gruppo. All'interno di questi legami c'è la possibilità di continuare a esplorare il corpo, sia il proprio sia quello degli altri. L'andare a passeggio sotto braccio con le amiche, i segreti sussurrati nell'orecchio, gli scherzi che finiscono a spintoni, la ripresa di giochi infantili con penitenze più sperate che temute (un bacio, una carezza), le feste in cui si balla stretti e le mille occasioni in cui ci si sfiora quasi per caso sono tutti esempi della ricerca del contatto fisico. Ma sono anche le prime risposte a un'eccitazione crescente che, come tutte le cose nuove, da una parte attrae e dall'altra spaventa, ed è accresciuta dall'imbarazzo e dalla difficoltà con cui spesso anche gli adulti parlano di argomenti che riguardano il sesso o l'eccitazione.
Forse la cosa più importante che gli adolescenti cercano con questi contatti è la conoscenza, la confidenza con il corpo nuovo in cui si trovano a vivere: per capirlo meglio cercano anche nel corpo dei coetanei qualcosa con cui confrontarsi. Le ragazze confrontano per esempio il proprio seno, le gambe o la pelle; i ragazzi i genitali, la muscolatura o l'altezza. Nello stesso tempo cominciano a interessarsi a individui dell'altro sesso. I primi amori sono a volte segreti perché il timore di essere rifiutati può rendere timidi e impacciati; così si preferisce vivere l'esperienza amorosa nella fantasia. È un modo per prepararsi. In altri casi, invece, si tratta di amori vissuti molto intensamente: si fanno le prime esperienze di coppia e le prime esperienze sessuali. A volte, purtroppo, si tratta di esperienze deludenti, e in certi casi questo dipende proprio dal fatto che si è ancora troppo impegnati nel cercare di capire sé stessi e il proprio corpo per potersi interessare realmente all'altro.
Quasi tutti gli adolescenti fanno parte di un gruppo: non solo il gruppo della classe scolastica o quello sportivo, non più il gruppo familiare, ma il gruppo di amici. Se l'appartenenza a un gruppo è così diffusa, esistono sicuramente dei buoni motivi. I ragazzi, infatti, oltre ai cambiamenti fisici, si trovano ad affrontare anche i cambiamenti del pensiero. Diventano più abili nel ragionamento astratto, nel giocare con i pensieri e con le parole, nel confrontare opinioni diverse, nel valutare i pro e i contro, le cause e le conseguenze delle azioni. Tutto questo li porta inevitabilmente anche a porsi alcune domande difficili: chi sono? Cosa penso su questo argomento? Cosa è giusto e cosa è sbagliato, secondo me? Posso dare per certo quello che mi hanno insegnato i miei genitori fino a ora, o ci sono cose su cui non concordo? Sicuramente la risposta a quest'ultima domanda è cruciale. L'adolescenza è un periodo di conflitti con la famiglia, che nascono spesso dal desiderio di confrontarsi, di affermarsi e di sentire che le proprie opinioni contano quanto quelle di un adulto. Spesso i ragazzi non si sentono capiti dai genitori e dagli adulti in genere, pensano che siano antiquati, a volte ridicoli. Allora diventa indispensabile avere qualcun altro con cui poter condividere esperienze, pensieri, sogni, e paure. E nessuno può capirci meglio di chi sta nella nostra stessa situazione. Ecco allora che il confronto con gli amici diventa essenziale e il gruppo, con il proprio look, il proprio gergo, i propri segnali convenzionali, diventa necessario per sentirsi più forti e poter affrontare uniti gli adulti e gli altri gruppi di ragazzi. A volte questa tendenza a fare gruppo degenera fino alla formazione di vere e proprie bande giovanili.
La famiglia resta comunque un punto di riferimento fondamentale, anche se non più l'unico. Gli adolescenti la usano come porto sicuro quando si sentono in difficoltà e come luogo di confronto e di scontro, indispensabile per sperimentare la propria forza e consolidare la propria identità.
Spesso i ragazzi appaiono diversi in famiglia da come sono con gli amici. Le continue oscillazioni tra questi modi di essere rappresentano un po' l'essenza dell'adolescenza stessa: nel passaggio dalle sicurezze del bambino a quelle dell'adulto, l'adolescenza è l'età che presenta maggiori incertezze, quella in cui ci si mette maggiormente in gioco e si lotta per un futuro migliore, basato sui principi trasmessi dalla famiglia e arricchito dalle proprie esperienze e dalle proprie fantasie, dalle convinzioni e conclusioni tratte dal confronto (con la scuola, gli amici, le letture, il cinema, l'attualità, i viaggi).
Per diventare adulti, insomma, bisogna scrollarsi di dosso l'immagine che gli altri ‒ primi fra tutti i genitori ‒ si sono fatti di noi, le loro aspettative, quello che vorrebbero che noi diventassimo. Al posto di questa immagine va messo ciò che vogliamo diventare, che sicuramente ha delle caratteristiche in comune con quella immagine, ma non è la stessa cosa.
A volte può succedere che i ragazzi non reggano di fronte alla complessità dei mutamenti del corpo e della mente e alla fatica che comportano. In questi casi possono nascere disturbi psicologici più o meno gravi. Le maggiori difficoltà si presentano di solito in ragazzi che non hanno potuto costruire basi sufficientemente solide di sicurezza e autostima, come può avvenire in famiglie in cui i genitori sono troppo presenti, e rendono quindi più difficile ai figli mettersi alla prova di fronte alle difficoltà. Oppure, al contrario, quando i genitori, troppo impegnati con i propri problemi, non sono abbastanza attenti alle cose che per i figli sono importanti, e li lasciano di fatto crescere senza fornire loro un appoggio. Qui accenniamo ad alcuni disturbi che spesso si manifestano per la prima volta durante l'adolescenza.
Disturbi dell'umore. Hanno come caratteristica principale un'alterazione dell'umore. Tra questi c'è la depressione, caratterizzata da una serie di sintomi ‒ come perdita dell'appetito, debolezza, senso di colpa, pensieri riguardanti la morte ‒ inseriti su una base di profonda tristezza.
Disturbi d'ansia. Sono caratterizzati da un eccessivo timore di fronte, per esempio, ad alcuni animali o a determinate situazioni (come trovarsi in posti chiusi).
Disturbi di personalità. In tutti i numerosi disturbi di questo tipo il modo di percepire sé stessi e gli altri, il modo di pensare e di rapportarsi agli altri sono molto rigidi e impediscono di adattarsi alle situazioni.
Disturbi dell'alimentazione. Sono caratterizzati da un comportamento anomalo nei confronti del cibo e si presentano quasi solo nel sesso femminile. Nell'anoressia (v. anoressia e bulimia) le ragazze si impongono di rimanere o diventare magre e smettono quasi di alimentarsi o si provocano il vomito. Si può arrivare a casi di magrezza estrema e di pericolo per la vita. Nella bulimia sono invece caratteristiche le abbuffate di cibo con la frequente sensazione di non riuscire a fermarsi.
Psicosi. Si tratta di malattie molto gravi tra cui la più conosciuta è la schizofrenia. Tra i sintomi più importanti ci sono il delirio, che fa interpretare in modo errato la realtà ‒ per esempio si è convinti che una persona che cammina dietro di noi (evento reale) ci stia seguendo (interpretazione errata) ‒, e le allucinazioni (vedere o sentire cose che non esistono nella realtà). Il linguaggio e il comportamento sono comunque molto disturbati.
Dipendenza da sostanze 'di abuso'. Le difficoltà di adattamento dell'adolescenza, unite al desiderio di ricercare sensazioni nuove e spesso a quello di uniformarsi a comportamenti di altri membri (specie i più grandi) del gruppo possono condurre all'uso e all'abuso di sostanze (o miscele di sostanze) di varia natura e di varia potenza e tossicità (dalla nicotina alla cannabis, dalle anfetamine agli allucinogeni). Queste sostanze agiscono sul cervello e molte causano alterazioni del comportamento e uno stato di dipendenza: il corpo si abitua a esse al punto che la loro mancanza crea un forte disagio e chi ne fa uso è alla continua ricerca della sostanza da cui dipende, che viene assunta in dosi sempre maggiori e alla lunga può creare danni permanenti ed essere anche causa di morte.