Artista concettuale italiano (Torino 1940 - Roma 1994). Esponente dell'arte povera, instancabile sperimentatore, B. ha analizzato i temi dell'alternanza, del contrasto, del doppio e della propria identità (significativamente sdoppia il nome in Alighiero & Boetti). Tra le opere: Tutto (1987, ricamo), Autoritratto (1993, bronzo e dispositivo elettrico e idraulico).
Interrotti gli studi in economia e commercio si è dedicato da autodidatta all'arte elaborando opere d'ispirazione neodadaista. Esponente del movimento definito dal critico G. Celant arte povera (1967), ha prodotto opere in forme e materiali eterogenei, che esprimono con ironia l'idea del contrasto (peso e leggerezza, trasparenza e opacità, eternità e fugacità) o dell'accumulazione: Colonne (1968, pile di centrini di carta); Cimento dell'armonia e dell'invenzione (1969, percorsi lineari infinitamente variati nati dal ricalco a matita di una carta quadrettata). Lunghi soggiorni in Afghānistān, viaggi in Europa, in Africa, negli Stati Uniti e in Giappone hanno reso più profondo e complesso il suo lavoro. Privilegiando sempre l'aspetto concettuale dell'operazione artistica, B. ha analizzato i temi dell'alternanza, del doppio e della propria identità giungendo significativamente ad adottare il suo nome sdoppiato (Alighiero & Boetti). La sua ricerca, ispirata all'incondizionata libertà dell'espressione artistica e contrassegnata da un costante sperimentalismo, si è esplicata attraverso opere di piccolo formato e progetti di grande impegno: Mappe (serie dal 1971, ricamo); Mettere al mondo il mondo (1972-73, penna a sfera su carta intelata); Tutto (1987, ricamo, Musée national d'art moderne, Parigi); Alternando da uno a cento e viceversa (serie di opere eseguite da artigiani afgani: 1987, ricamo; dal 1991, kilim); Autoritratto (1993, bronzo e dispositivo elettrico e idraulico). B. ha partecipato alle più importanti rassegne di arte contemporanea (When attitudes become form, 1969, Berna, Londra, Krefeld; Documenta di Kassel, 1972, 1982; Biennale di San Paolo, 1975; Biennale di Venezia, dal 1976; ecc.), e rilevanti mostre retrospettive della sua opera sono state presentate alla Galleria Civica di Torino (1996), alla Galleria nazionale d'arte moderna di Roma (1996-97), nonché al Museum für moderne Kunst di Francoforte (1998), alla Whitechapel art gallery di Londra (1999) e alla Biennale di Venezia del 2001 e alla Galleria d'arte moderna e contemporanea di Bergamo (2004). Nel 2009 una mostra curata da A. Bonito Oliva presso il Museo Madre di Napoli ha riproposto a ritroso il lavoro dell'artista nell'arco cronologico dal 1993 al 1962, mentre tra le esposizioni più recenti occorre ancora citare la grande retrospettiva allestita al Museo Reina Sofia di Madrid (2011) e trasferitasi l'anno successivo alla Tate Modern di Londra e al MoMA di New York, e la mostra Alighiero Boetti a Roma ospitata al MAXXI (2013).