ALSAZIA (II, p. 667)
Storia (p. 674). - Dopo il 1933 l'autonomismo alsaziano fu affiancato da altre organizzazioni politiche di diretta ispirazione tedesca. Cominciò a circolare in A. una quantità strabocchevole di opuscoli, di riviste, di materiale propagandistico, che sottolineava il carattere germanico della regione. La politica del Fronte popolare spinse inoltre ad assumere un atteggiamento contrario alla Francia anche quegli Alsaziani che non condividevano i miti del terzo Reich, ma che purtuttavia si sentivano profondamente cattolici e temevano il comunismo. Si può pertanto ben dire che allo scoppio della guerra nel 1939 la maggior parte degli Alsaziani si comportasse nei riguardi della Francia passivamente, pur avversando l'unione con la Germania. Dopo l'armistizio di Compiègne Hitler non fece più alcun mistero delle sue mire annessionistiche. L'8 agosto 1940 Robert Wagner, Reichsstatthalter e Gauleiter del Baden, fu incaricato dell'amministrazione civile dell'A. In altre parole si trattava di preparare l'entrata dell'A. nel Reich. Senza tenere pertanto alcun conto del diritto internazionale, i Tedeschi introdussero in A. il servizio militare obbligatorio, costringendo migliaia e migliaia di giovani alsaziani ad arruolarsi nelle file della Wehrmacht, pena - in caso di inadempienza di questo ordine - l'adozione di misure di rappresaglia nei riguardi dei genitori e dei parenti. Ancora oggi permane in A. la dolorosa eco di codesto atto di arbitrio: ben 18.000 Alsaziani risultano tuttora dispersi in Russia ed altrove. Robert Wagner, che fu il massimo responsabile di queste misure, nel 1946 fu sottoposto a processo a Strasburgo e condannato a morte.
Bibl.: H. Caye, La réaction alsacienne, in Études CCXXIX (1936), p. 355 segg.; R. A. Friedman, Alsatian unrest, in The Contemporary Review, CLV (1939), p. 212 segg.; A. Zwingelstein, Alsace et Lorraine terre de France, Parigi 1940; Das Reich, n. 13, 18 agosto 1940 (intervista di R. Wagner); M. J. Bopp, L'Alsace sous l'occupation allemande 1940-1945, Le Puy 1946.
Operazioni militari durante la seconda Guerra mondiale.
Alla metà di settembre del 1944 gli Alleati, dopo la rapida marcia attraverso il territorio francese (v. francia, in questa App.), erano giunti sulle pendici occidentali della catena dei Vosgi. Dopo un breve periodo di riordinamento delle forze, la 7a armata americana (gen. A. Patch) e la ia francese (gen. Jean de Lattre de Tassigny) si disposero, ai primi di ottobre, a traversare la catena montuosa, per sboccare in territorio alsaziano. Lenti ma sicuri progressi furono infatti compiuti, tra i primi giorni di ottobre ed il 15 novembre, sulle pendici occidentali dei Vosgi tra la Mortagne e la Meurthe, finché, il 15 novembre, il XV corpo d'armata americano, nel quale era inquadrata una divisione francese al comando del generale Leclerc, poté intraprendere il passaggio della barriera montana in direzione di Haguenau e di Strasburgo. Nella giornata del 21, infatti le truppe alleate sboccarono nella pianura alsaziana, e due giorni dopo una colonna francese entrò a Strasburgo sorprendendo in pieno, con la rapidità della sua azione la guarnigione tedesca, il cui comandante, generale Vaterrot, fu costretto ad arrendersi al generale Jacques Leclerc.
Più a sud, nel frattempo, tutti gli altri principali passi della catena dei Vosgi difesi accanitamente dai Tedeschi erano stati espugnati con una dura azione iniziata il 14 novembre dalla prima armata francese, che, in tal modo, aveva potuto estendere la propria occupazione anche nell'alta Alsazia, successivamente impadronendosi di Héricourt il 17 novembre, di Montbéliard il 18, di Belfort il 19. Una colonna corazzata s'infiltrava quindi lungo la frontiera svizzera e superate tutte le resistenze tedesche raggiungeva, la sera del 19, la sponda occidentale del Reno.
I Tedeschi tra il 22 ed il 26 novembre reagirono con violenti contrattacchi, che furono tutti respinti. Due corpi d'armata francesi, con una felice azione combinata, rastrellarono tutto il resto del territorio alsaziano, cosicché, alla data del 1° dicembre, i Tedeschi non occupavano più, in territorio francese, che una "sacca" nella zona di Colmar ed una breve striscia di territorio nell'Alsazia meridionale.
Alla fine di dicembre, il maresciallo K. von Rundstedt con circa 13 divisioni (2 delle quali corazzate) tentò un forte movimento controffensivo nel settore alsaziano, riuscendo a spingere nelle linee alleate due cunei minaccianti da nord e da sud Strasburgo, ma il comando alleato predispose una rapida parata, affidata alla 1a armata francese. Tale azione iniziata il mattino del 20 gennaio, riusciva in poco più di quindici giorni a disimpegnare completamente Strasburgo e a liberare altresì la "sacca" di Colmar e la città di Colmar stessa.
Il 9 febbraio l'Alsazia poteva dirsi completamente liberata, meno una breve striscia di terreno presso il confine settentrionale, nella zona di Wissembourg.