Faraone della XXVI dinastia, dal 570 al 526 a. C.; generale del faraone Uahabré, inviato a sedare una rivolta, si lasciò proclamare faraone e nel 568 a. C. sconfisse il suo sovrano e rivale, che morì forse sul campo e fu tuttavia da lui regalmente sepolto. Esponente della xenofobia egiziana, si limitò tuttavia solo a contenere e controllare l'attività degli stranieri; i commercianti greci in particolare godettero d'un mercato franco a Naucrati. A. riformò le leggi dell'Egitto, ne rafforzò l'esercito e la flotta: ma tentò soprattutto di difendere il paese dal prevedibile assalto persiano, attraverso un equilibrato sistema di rapporti (politica di favore verso i Greci di Cirene, alleanza con Creso di Lidia, Policrate di Samo e Nabonedo di Babilonia). Scampato già agli inizî del regno alla minaccia di Nabucodonosor (568 a. C.) e, molto più tardi, a quella ben più pressante e diretta di Ciro, per l'improvvisa morte di questo (528), A. morì però in un momento assai drammatico della storia di Egitto: quando Cambise già muoveva contro di lui.