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Watteau, Antoine

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Pittore (Valenciennes 1684 - Nogent-sur-Marne 1721). Fu il più influente esponente francese della pittura rococò, autore di cicli pittorici ispirati in particolare al teatro delle maschere e alle Fêtes galantes (tra cui il capolavoro Pellegrinaggio all'isola di Citera, 1717). Recuperando le radici della maniera cinquecentesca italiana, la teatralità barocca veneziana e stilemi di P.P. Rubens, elaborò uno stile personalissimo che travalicò la cultura settecentesca affermandosi fino in età romantica.

Vita e opere

Dopo aver studiato presso J.-A. Gérin nella sua cittadina natale, si stabilì a Parigi nel 1702, dove lavorò nella bottega di uno sconosciuto pittore sul ponte di Notre-Dame e cominciò a frequentare mercanti di stampe presso i quali poté conoscere C. Gillot, pittore di soggetti teatrali, che ebbe il merito di trasmettergli la passione per le scene e i personaggi dell'ambiente teatrale. W. rimase presso Gillot dal 1703 al 1707 (o 1708). Un altro maestro e amico, Claude III Andran, conservatore del Palais du Luxembourg, lo introdusse nelle sale del palazzo, dove W. poté ammirare le grandiose composizioni del ciclo di Maria de' Medici di Rubens: d'impronta rubensiana è infatti il caldo e trasparente cromatismo di W., e soprattutto la sapienza compositiva. Inoltre gli angoli più suggestivi del parco del Luxembourg, costituirono un'ispirazione dal vero per il gusto paesistico dell'artista, per il suo senso poetico dell'ora, della luce. A un breve ritorno a Valenciennes nel 1709 sono legati alcuni quadretti di soggetto militare che ritraggono gli aspetti più semplici e meno vistosi della quotidiana routine delle truppe (Bivacco, Mosca, Museo Puškin). Tornato a Parigi strinse amicizia col mercante P. Sirois e con il di lui genero E.-F. Gersaint. Avvenimento importante fu, nel 1715, il suo soggiorno presso P. Crozat, mercante e collezionista, e il contatto avuto con Ch. La Fosse, consigliere artistico di Crozat. In questo momento i grandi veneziani esercitarono un forte ascendente su W., che ebbe modo di studiarne e copiarne le opere nel "Cabinet du Roi" e in quello di Crozat medesimo. Ricordi tizianeschi sono evidenti in opere come Ninfa e satiro (Louvre; detta Antiope), l'Amore disarmato (Chantilly, Mus. Condé), la Toletta della collezione Wallace di Londra, ecc. Per Crozat W. eseguì quattro pannelli decorativi raffiguranti le stagioni: restano quello dell'Estate (Washington, National Gallery) e due disegni preparatori, Flora o la Primavera, Bacco o l'Autunno al Louvre, che iniziano la serie dei disegni a tre matite, indicativi anch'essi di un approfondito interesse per il colore. Nel complesso delle opere di W., delle quali è difficile stabilire un'esatta cronologia, si distinguono due gruppi, che possono considerarsi veri e propri cicli figurativi, ispirati ai temi più cari alla fantasia e sensibilità dell'artista: il teatro e le Fêtes galantes. Acutezza d'indagine, raffinate sfumature d'interpretazione si rivelano nelle maschere e nelle scene d'insieme dipinte da W.: Gilles (Louvre), Mezzetin (New York, Metropolitan Museum), Amore al teatro italiano e Amore al teatro francese (Berlino, Gemäldegalerie), ecc. Musica, danza, piacevoli conversari sono le caratteristiche delle Fêtes: al genere, non nuovo, W. riesce a infondere un'aura ideale, una sorta di distacco da tempi e luoghi reali, nella commistione di costumi teatrali e abiti alla moda, nell'interazione psicologica tra i personaggi, fatta di gesti, sguardi, e nel loro rapporto con l'ambiente sapientemente concertato nelle luci e nei colori. La più famosa di queste composizioni, Pellegrinaggio all'isola di Citera (Louvre; una variante di poco posteriore è nel castello di Charlottenburg a Berlino), gli fece ottenere, nel 1717, l'ingresso all'Accademia: seppure ispirato da una commedia di Dancourt, Les trois cousines, o da La Vénetienne di La Motte, musicata da La Barre, affiorano dal dipinto liriche vaghezze, ambigue presenze, a cui la composizione a cerchi avvolgenti appresa da Rubens conferisce un ritmo lento e misurato, come di fatto contemplato in sogno. Ancora, tra le Fêtes galantes, si ricordano: Riunione galante in un parco (Berlino, Gemäldegalerie), Giardini di Saint-Cloud (Prado), Feste veneziane (Edimburgo, National Gallery), Gli Champs-Élisées, Fontana nel giardino, Convegno di caccia e altri (Londra, Wallance Collection). Gravemente malato di tisi, W. si recò a Londra (1719) per consultare il dottor Mead e per lui eseguì alcuni quadri. Disilluse le sue speranze di guarigione, tornato a Parigi, fu accolto e sostenuto da Gersaint che gli commissionò un'insegna per la sua bottega di quadri (L'insegna di Gersaint, Berlino, castello di Charlottenburg), l'ultimo capolavoro di W., ispirato a una realtà da lui ben conosciuta. I numerosi disegni conservati a Parigi (Louvre, École des beaux-arts, Musée des arts décoratifs), a Vienna (Albertina), a Londra (British Museum), ecc., costituiscono una toccante documentazione della genesi dei suoi quadri. Dopo la morte di W., l'amico J. de Jullienne fece incidere i disegni (Figures de differents caractères, 2 voll., 1726, 1728) e i dipinti dell'artista (L'Oeuvre d'Antoine Watteau, 2 voll., 1735). La pittura di W. rimase, tuttavia, confinata tra i generi minori ma ebbe notevole influenza in Inghilterra, da Hogarth a Turner, e in Francia fu pienamente rivalutata grazie ai fratelli Goncourt, a Baudelaire, a Verlaine, che ne avviarono una più complessa interpretazione in chiave romantica e simbolista.

Vedi anche
Claude Gillot Gillot ‹ˇʃiló›, Claude. - Pittore e incisore (Langres 1673 - Parigi 1722). A Parigi studiò con J.-B. Corneille. Specializzatosi in decorazioni e costumi teatrali, eseguì anche numerosi disegni per arazzi. Autore di raccolte di motivi decorativi, illustrò favole mitologiche (le Fables di A. La Motte, ... François Boucher Pittore (Parigi 1703 - ivi 1770). Studiò con F. Lemoine; in Italia (1725-37) si accostò ai maestri veneti e bolognesi, ammiratore di A. Watteau, ne incise varie opere. Protetto dalla Pompadour, ebbe la carica di primo pittore del re. Trattò con pari felicità inventiva la pittura di storia e di paesaggio, ... Jean-Honoré Fragonard Pittore (Grasse 1732 - Parigi 1806). Fu il massimo riferimento artistico prima della Rivoluzione e si dedicò soprattutto alla pittura di piccoli quadri, garbati nel disegno e nel colore. Trattò soggetti assai diversi: senza mai abbandonare del tutto la pittura religiosa, preferì i temi galanti, talvolta ... William Hogarth Pittore e incisore (Londra 1697 - ivi 1764). Precursore, già alcuni decenni prima di J.-B.-S. Chardin e P. Longhi, di un gusto borghese contrapposto al gusto aulico del classicismo e del barocco, codificò il suo credo artistico in The analysis of beauty (1753) che, benché biasimato dai contemporanei, ...
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    Enciclopedia Italiana (1937)
    Andrée R. Schneider Pittore e incisore, nato a Valenciennes il 10 ottobre 1684, morto a Parigi il 16 luglio 1721. Entrò quattordicenne nello studio del pittore Gérin: e nella città semifiamminga poté ammirare opere di Martin de Vos, del Van Dyck ma specialmente una Deposizione del Rubens. Nel 1702 ...
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