Scrittore, regista e attore francese (Marsiglia 1896 - Ivry-sur-Seine 1948); aderente al surrealismo, se ne allontanò per frequentare la scuola di Ch. Dullin, esordendo come attore all'Atelier. Nel 1926 impostò un'attività teatrale autonoma con la fondazione del teatro Alfred Jarry (dove esordì come regista mettendo in scena una sua pochade) e con la elaborazione di alcuni manifesti teorici sul coinvolgimento dello spettatore. Per A. compito del teatro sarebbe scuotere e sconvolgere lo spettatore: il suo teatro della crudeltà intendeva appunto proporre uno spettacolo totale in cui fossero impiegati tutti i mezzi d'azione (luci, suoni, gesti, vicende, ecc.) atti a suscitare la partecipazione incondizionata dello spettatore. Nel 1935 assunse la direzione del Folies-Wagram e vi rappresentò il suo dramma Les Cenci. Una malattia mentale lo costrinse a vivere lontano dalla vita teatrale, ma scrisse ancora qualche saggio (tra cui il volume Van Gogh, le suicidé de la société, 1947). Tra le sue opere: Tric trac du ciel (1923); L'ombilic des lymbes (1925); L'art et la mort (1929); Les nouvelles révélations de l'être (1937). Ricca di notizie la sua Correspondance avec Jacques Rivière (1927) e notevoli le Lettres d'A. A. à J.-L. Barrault (post. 1952); fondamentale per il teatro Le théâtre et son double, 1938.