Frazionamento di un territorio coltivato o coltivabile, in aziende agrarie atte alla coltivazione agricola ottimale, in relazione alla qualità del suolo, all’attrezzatura permanente, alle scorte vive o morte e al lavoro umano da impiegarvi. Il termine deriva dalla denominazione podere che l’azienda agraria ha in Toscana, Romagna, Umbria e Marche, a cui corrispondono cascina nel Piemonte e nella Lombardia, possessione nel Veneto e nell’Emilia, masseria nella Puglia e feudo in Sicilia.
Nella determinazione dell’ampiezza dei singoli poderi da costituire occorre tener presenti fattori d’indole: a) sociale (per cui è desiderabile frazionare la terra fra il maggior numero di famiglie contadine compatibile con la produttività del terreno); b) economica (i nuovi poderi dovranno produrre un reddito, almeno dopo un certo tempo); c) agronomica (fertilità del suolo, piovosità ecc.). L’a. razionale è preceduto da opere fondiarie (case coloniche, strade ecc.) e tecniche (ammendamento e sistemazione del suolo).