Nome di vari personaggi greci, tra cui: 1. A. tiranno di Argo dal 240 a. C. circa; sconfitto da Arato presso Cleone, venne ucciso nella fuga da un cretese. 2. A. di Cirene, filosofo (circa 435-360 a. C.), considerato dalla tradizione antica (su cui più di un dubbio è legittimo) il fondatore della scuola cirenaica. In Atene, dopo il 416, frequentò Socrate; in seguito fece molti viaggi e soggiornò, fra il 389 e il 388, a Siracusa presso Dionisio il Vecchio, incontrandosi con Platone, col quale poi si ritrovò nel 361 alla corte di Dionisio il Giovane. È difficile distinguere il suo contributo personale alla dottrina cirenaica, da quello dei successori. Assai improbabile è che risalga già ad A. la gnoseologia sensistica e relativistica della scuola, secondo cui è possibile conoscere solo le modificazioni e le sensazioni che gli oggetti esterni producono in noi, ma non gli stessi oggetti esterni, quali sono in se stessi. Tale gnoseologia serviva del resto a giustificare il criterio della vita pratica, orientato alla ricerca del piacevole e del quale A. dette, se non l'elaborazione sistematica (che spetta ai suoi seguaci), una prima formulazione. L'identità di bene e attraente, propria di Socrate, è capovolta nel senso che ciò che attrae è bene; e questo attraente è il piacere momentaneo, "in movimento" (contro cui polemizzarono gli Epicurei), opposto al dolore e diverso anche da quello stato di "calma" che è dato dalla semplice assenza del dolore. Ricollegandosi, d'altra parte, all'ideale socratico dell'ἐγκράτεια, dell'autonomia spirituale e del dominio delle passioni, A. celebrò l'atteggiamento di chi gode senza divenire schiavo del suo godimento. 3. A. il Giovane, filosofo della scuola cirenaica, nipote del precedente, dalla cui figlia, Arete, era stato iniziato allo studio della filosofia; onde, anche per distinguerlo dall'avo, fu detto μητροδίδακτος ("istruito dalla madre").