(lat. Asinus aureus) Titolo, che secondo s. Agostino risalirebbe all'autore stesso, con cui si suol designare il romanzo Metamorfosi (Metamorphoseon libri XI) dello scrittore latino Apuleio (125 d. C. circa - 180 d. C. circa).
Lucio, un giovane greco ospite a Ipata di una maga, con la complicità dell'ancella Fotide tenta su di sé la metamorfosi in barbagianni, che aveva visto operare alla maga, e per errore si trasforma in asino. Rapito dai ladroni, è coinvolto in una serie di avventure bizzarre; infine riacquista la forma umana durante una processione in onore di Iside, mangiando le rose consacrate alla dea, e si fa iniziare ai misteri d'Iside e di Osiride.
La trama principale, come nel Satyricon di Petronio, è interrotta più volte per dar luogo a narrazioni secondarie, tra cui famosa la fiaba di Amore e Psiche.
G. Boccaccio trasse dall'Asino d'oro ispirazione per alcune novelle, ma la prima traduzione italiana, col titolo di Apuleio volgîre (1519), è propriamente di M. M. Boiardo. Lo stesso titolo Asino d'oro ha il volgarizzamento, o piuttosto rifacimento, che, fra il 1515 e il 1525 (pubblicato a Venezia nel 1550), ne curò, con gusto raffinato, A. Firenzuola.