(lat. Metamorphoseon libri) Poema mitologico di Ovidio in esametri, in 15 libri, in cui il poeta, in una vasta successione di racconti collegati talvolta solo da un leggero legame di ricordi, somiglianze di forme o di leggende, canta in più di duecento favole a cominciare dal Caos tutto il mondo mitico delle trasformazioni fino all'assunzione di Cesare fra gli astri e all'apoteosi di Augusto. L'interesse del poema è dato però soprattutto dall'evidenza plastica, la "poesia delle forme": nel mondo animato della natura, nell'albero, nella pietra o nell'animale palpitano vivi i sentimenti dell'uomo che ha subito la trasformazione. Prima dell'esilio a Tomi (8 d. C.) l'opera era ultimata e aveva già avuto una sua diffusione, anche se Ovidio (Tristia I, 7) si lamenta di non averle potuto dare l'ultima mano. La fortuna di essa fu enorme; fu inesauribile fonte d'ispirazione per opere letterarie e figurative.
Lo stesso titolo ha il romanzo di Apuleio noto anche come L'Asino d'oro.