Nella dottrina cattolica relativa alla giustificazione, il dolore del peccato commesso, che grava come un peso sull’animo del penitente, conscio di avere perduto i benefici divini e meritato il futuro castigo.
Provenendo dalla considerazione della negatività del peccato o dal timore della dannazione eterna e delle altre pene, è denominata anche ‘contrizione da timore’, distinta dalla contrizione di carità o contrizione perfetta, che si ha quando il dolore per il peccato proviene dall’amore di Dio amato più di ogni cosa. La contrizione di carità rimette le colpe veniali e ottiene anche il perdono dei peccati mortali, qualora comporti la decisa risoluzione di ricorrere, appena possibile, alla confessione sacramentale, mentre l’a., da sola, non ottiene il perdono dei peccati gravi, ma dispone a riceverlo nel sacramento della Penitenza, in quanto essa può dare inizio a un’evoluzione interiore che sarà portata a compimento con l’azione della grazia, mediante l’assoluzione sacramentale.