Nella storia delle religioni, in generale, operazione rituale che mira a rendere partecipi, momentaneamente o permanentemente, della divinità. I due presupposti principali dell’idea del sacramento sono la convinzione che sia possibile superare la distanza tra uomo e dio, mediante una diretta comunicazione o interpretazione, e la convinzione che ciò possa avvenire per effetto del compimento di un rito; mancando il primo presupposto si hanno riti senza carattere di comunione diretta con la divinità; mancando il secondo, si può avere comunione mistica, ma non riti sacramentali.
Nella dottrina cattolica, segno sensibile ed efficace, istituito da Gesù Cristo per la santificazione degli uomini.
I sacramenti della Chiesa cattolica sono sette: battesimo, cresima (o confermazione), eucaristia, penitenza, unzione degli infermi, ordine sacro, matrimonio. Il numero appare fissato nel 12°-13° sec. e successivamente confermato da vari documenti ufficiali per trovare infine posto nei decreti del Concilio di Trento. Dei sacramenti, il battesimo e la penitenza, togliendo il peccato grave, danno la prima grazia santificante, gli altri l’aumentano.
Negli scritti del Nuovo Testamento non si ha la presentazione dei singoli sacramenti, fuorché per i riti del battesimo e dell’eucaristia (i soli sacramenti poi riconosciuti nelle Chiese protestanti) e qualche cenno al sacerdozio. Ma secondo l’insegnamento ufficiale della Chiesa cattolica i sacramenti sono stati tutti istituiti da Gesù Cristo secondo la loro «sostanza» che la Chiesa non ha alcun potere di modificare.
Sempre secondo le definizioni ecclesiastiche i sacramenti sono segni visibili e simboli della grazia invisibile; per la validità ed efficace amministrazione del sacramento è necessaria la correttezza di materia e forma; sono «segni efficaci della grazia» in quanto hanno «potere di santificazione», sono «cause strumentali» che significano e racchiudono la grazia, prodotta ex opere operato, cioè non in virtù dei meriti del ministro del sacramento o di chi lo riceve. i sacramenti sono necessari per la salvezza; in quanto istituiti da Cristo, un ministro della Chiesa può amministrare un sacramento solo in forza di una reale autorità che gli proviene da Cristo o dalla Chiesa.
Un complesso problema dibattuto dai teologi è quello della causalità dei sacramenti, cioè determinare la reazione fra il segno e l’infusione della grazia: la difficoltà consiste nel fatto unico, per cui elementi materiali producono effetti soprannaturali. La Chiesa lascia una certa libertà per i vari tentativi di spiegazione, pur avendo affermato sempre categoricamente la realtà di una simile causalità, contro i riformatori protestanti che di solito riducevano l’efficacia dei sacramenti a un semplice simbolismo esterno.
Riguardo al ministro dei sacramenti si richiede che egli compia il rito come è descritto nei libri liturgici e secondo le intenzioni della Chiesa. La sua dignità o indegnità morale, come pure la sua fede, non influisce sull’essenza dei sacramenti. Di solito il ministro è una persona qualificata; il vescovo per la cresima e per l’ordine sacro; il sacerdote per il battesimo, l’eucaristia, la penitenza, l’unzione degli infermi e, in casi specifici, per la cresima; ministri del matrimonio sono gli stessi sposi. Per il battesimo in pericolo di morte, non solo ogni cristiano, ma chiunque abbia la debita intenzione di dare il battesimo, può, e in certi casi deve, conferirlo.
Da chi riceve i sacramenti si esigono delle condizioni; alcune di esse riguardano la stessa validità dei sacramenti, mentre altre sono necessarie per una recezione lecita. La mancanza delle seconde costituisce un peccato di sacrilegio nel ricevente. Per es., per l’eucaristia si richiede il battesimo; per la penitenza, per l’unzione degli infermi e per il matrimonio si esige l’uso della ragione; per l’ordine sacro il sesso maschile. Per la penitenza, dovendosi emettere un atto di contrizione o per lo meno di attrizione, è necessaria la fede. Per tutti i sacramenti, poi, è indispensabile lo stato di vita del soggetto, e inconcepibile la loro amministrazione a un morto.
Dal punto di vista giuridico, l’effetto dei sacramenti è quello di produrre delle qualificazioni (con il battesimo si consegue lo status di fedele, con l’ordine sacro quello di clericale ecc.). Alla suprema autorità della Chiesa compete approvare i requisiti per la validità dei sacramenti e stabilire gli elementi che riguardano la liceità della loro celebrazione, amministrazione e ricezione, nonché il rito da osservarsi. Di regola, i ministri cattolici amministrano i sacramenti ai soli fedeli cattolici, i quali li ricevono lecitamente solo dai ministri cattolici; nei casi di necessità, e purchè sia evitato il pericolo di errore o di indifferentismo, i sacramenti dell’eucaristia, della penitenza, dell’unzione degli infermi, possono essere ricevuti da membri di Chiese che non hanno piena comunione con le Chiese cattoliche.
Il Sacramentario era il libro liturgico usato dalla Chiesa latina (fino al 10°-11° sec. e prima della prevalenza dei missalia plena, 11°-13° sec.) contenente le parti della messa riservate al celebrante e le formule da usarsi dal vescovo e dal sacerdote nell’amministrazione dei sacramenti e in altre celebrazioni proprie dei vari tempi dell’anno liturgico (funzioni straordinarie). Fu sostituito poi in parte dal messale, in parte dal pontificale e in parte dal rituale.
La teologia cattolica contemporanea insiste sugli aspetti globali della teologia dei sacramenti; lo stesso concetto di sacramenti è stato messo in rapporto con la più profonda vita della Chiesa quale comunità di fedeli mirante alla realizzazione del regno di Dio. Da questo punto di vista assume particolare rilievo una formula usata dal Concilio Vaticano II: «La Chiesa come sacramento o segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano» (Lumen gentium); la rilevanza del concetto della Chiesa come primo sacramento dà un particolare significato ai singoli sacramenti che, colti nel loro significato unitario e comune, sono indicati come azioni vitali attraverso le quali la vita della Chiesa, e dunque questo primo sacramento, giunge concretamente ai suoi membri, attuando la presenza di Dio nel mondo.
I sacramentali, secondo la costituzione liturgica (1963) del Concilio Vaticano II, sono i segni sacri per mezzo dei quali, a imitazione dei sacramenti, sono significati e, per impetrazione della Chiesa, vengono ottenuti effetti soprattutto spirituali.
Compagnia del Santo Sacramento (fr. Compagnie du Saint-Sacrement) Organizzazione religiosa francese a carattere segreto, fondata a Parigi tra il 1629 e il 1631 dal padre dell’Oratorio C. de Condren e dal gesuita J. Suffren con lo scopo di sovvenire alle necessità dei ceti più bisognosi di assistenza morale e materiale e di combattere in tutti i modi il malcostume, l’immoralità, l’eresia in nome dei principi e delle dottrine sanciti dal Concilio di Trento. Ebbe tra i suoi affiliati più noti sacramenti Vincenzo de’ Paoli, J.-J. Olier, J.-B. Bossuet, e filiazioni in numerose città della Francia. Non riuscì mai a ottenere il riconoscimento ufficiale delle autorità ecclesiastiche, nonostante le simpatie e la protezione accordategli da Luigi XIII e da Richelieu.