Atteggiamento spirituale in cui lo spirito individuale trova risposta al senso del suo essere e la piena esplicazione delle proprie capacità nella contemplazione e nel ‘contatto’ con la realtà del divino (inteso diversamente nell’ambito delle differenti esperienze mistiche); ha varia fisionomia anche secondo l’accentuazione del suo aspetto speculativo o etico-pratico.
Si dice m. anche la dottrina relativa alla possibilità di attingere il divino attraverso un’esperienza m.; in particolare, quella parte delle scienze teologiche (detta teologia m.) che approfondisce gli aspetti e i momenti della conoscenza soprannaturale, sperimentale, immediata di Dio.
Come misticismo si è soliti designare un tipo di comportamento religioso, per lo più limitato a particolari comunità o a singoli individui, che manifesta modalità di partecipazione o di contatto con il mondo di realtà sacre diverse da quelle della collettività, perché caratterizzate dalla tendenza a rendere permanente e perpetuo il contatto stesso, riducendo progressivamente a nulla l’esperienza della vita profana. Il misticismo usa e valorizza di volta in volta il patrimonio di immagini, idee e dottrine del mondo religioso nel quale si muove, ciò comporta una gamma di atteggiamenti mistici differente e ampia, quanto diverse e numerose sono di fatto le religioni costituite.
Nell’India, il misticismo appare esplicitamente nelle Upaniṣad, dove si afferma che l’io costituisce una barriera e che la realtà di tutto è nell’Uno che non si può definire se non in termini negativi; appaiono anche i primi paragoni fra unione mistica e unione erotica. Quest’ultimo aspetto, frequente in vari misticismi, è accentuato nella bhakti, secondo cui l’anima umana è parte staccata della divinità, onde la sua sete di ricongiungersi con essa.
Del tutto particolare è il misticismo che affiora nel buddhismo, la cui dottrina nega l’Assoluto; ma la pratica e teorica demolizione di quanto è contingente e apparente conduce a esperienze mistiche e circonda di un alone di misticismo anche l’idea del nirvana.
Con caratteri peculiari appare il misticismo nella Cina antica, e precisamente nella forma originaria del taoismo che predica lo svuotamento della personalità, il non-volere, come mezzo di identificazione con l’indefinibile, unica e permanente fonte dell’esistenza di tutto, il Tao; ogni qualità umana, anche le virtù e la sapienza, è una limitazione che ci separa dall’Assoluto.
Il misticismo, alimentato dalle religioni di mistero e da influenze orientali, agisce profondamente sulla speculazione filosofica, in particolare sul neopitagorismo, sul medio- e neoplatonismo. In Plotino, l’assoluto è l’Uno al di sopra dell’essere e del pensiero; il saggio, per congiungersi a lui, deve trascendere il mondo sensibile e l’intelligibile e, rientrando in sé stesso, farsi assolutamente semplice, attingere il proprio centro e così congiungersi col centro di tutte le cose, con l’Uno. Questo misticismo è tutto schiettamente speculativo in quanto non si pone come effettiva partecipazione a una verità di fede, ma si fonda su una critica della conoscenza.
La m. neoplatonica agisce fortemente sulla m. cristiana, la quale si inserisce però in una fede viva che ha profondamente mutato i rapporti tra Dio e uomo; la loro abissale distanza infatti è colmata dal manifestarsi stesso di Dio attraverso la rivelazione e l’incarnazione del Verbo; così l’ascesa dell’uomo a Dio non è più riservata a pochi saggi: anzi la visione di Dio, meta della contemplazione mistica, è promessa a tutti i redenti, nella vita futura. Natura e soprannatura non sono più estrinsecamente giustapposte, ma intimamente connesse nella vita cristiana, tanto che alcuni dei primi Padri della Chiesa considerarono la semplice fede come un fatto squisitamente mistico. Risente dell’influenza del neoplatonismo il misticismo di s. Agostino, strettamente collegato alla sua dottrina delle idee e della illuminazione divina. Ma la m. agostiniana, che in questo riflette la caratteristica peculiare della m. cristiana, non si esaurisce in uno sforzo del soggetto, bensì si compie per l’ineffabile aiuto di Dio che si dona nella sovrabbondante grazia. La prima più organica sistemazione della m. e della teologia mistica cristiana si trova nelle opere dello Pseudo-Dionigi Areopagita, che riecheggiano motivi neoplatonici. Dio è realtà ineffabile, al di sopra dell’essere e del pensiero, al di sopra quindi delle categorie e degli opposti; salire a lui è solo possibile a quell’anima che, superato il conoscere discorsivo, si raccolga in sé stessa e fattasi semplice e pura si congiunga con un atto insieme speculativo e affettivo con l’Uno assoluto.
Nel Medioevo, accanto alle forme di misticismo speculativo, va tenuto presente quello che si fonda direttamente su una intensa esperienza religiosa: quello che trova le sue uniche fonti nella Bibbia e vive in s. Francesco. E su questa linea, anche se non estraneo a un’influenza agostiniana, è il misticismo di s. Bernardo di Chiaravalle. Si tratta di una m. squisitamente affettiva, protesa nell’adorazione di Gesù crocifisso; l’anima, fuggendo le cose mondane e fattasi pura, esce da sé, come rapita dalla grazia, possiede Dio in un amore santo. Ancora m. affettiva è quella di buona parte del misticismo femminile: vicino infatti al misticismo più propriamente speculativo di Ildegarda di Bingen e Matilde di Magdeburgo, va ricordato il misticismo di Margherita Ebner, che nella sua devozione ingenua verso Gesù Bambino giunge fino al più alto grado della preghiera mistica, alla preghiera delle nozze mistiche. Sotto taluni aspetti essa può essere in certo modo paragonata a s. Caterina da Siena. Nella m. tedesca, la più ricca e interessante del Medioevo, occupa un posto primario Eckhart, che inserisce il suo misticismo in una poderosa metafisica neoplatonico-cristiana
La vita mistica nelle sue più varie sfumature fu sempre viva nell’interno della Chiesa cattolica e specialmente in Spagna, Francia e Italia assunse un colorito particolare. Grandi rappresentanti del misticismo furono s. Giovanni della Croce, s. Teresa di Gesù, Miguel de Molinos, s. Caterina da Genova, s. Francesco di Sales e Jeanne-Marie Guyon. S. Teresa è con Caterina da Siena una delle figure più importanti del misticismo cattolico, e va considerata, per le sue penetranti autoanalisi, come la precorritrice della moderna psicologia religiosa; ella illustra i diversi gradi della meditazione, l’ultimo dei quali è descritto come la preghiera del rapimento (oración de arrobamiento), come un breve stato di incosciente estasi, come un’inondazione provocata dai torrenti della celeste pioggia di grazia. S. Giovanni della Croce e s. Francesco di Sales resero accessibili alla cerchia dei laici le idee mistiche di s. Teresa.
Con la riforma protestante, e in varia opposizione a essa, compare il misticismo spiritualistico di S. Franck: nella sua esaltazione della vita mistica egli riduce tutta la vita religiosa al sentimento di Dio, e sentendosi membro di una comunità invisibile, nega ogni legame ecclesiastico e ogni autorità esterna. Ricca dei motivi della m. medievale, ma carica anche di tutta la metafisica neoplatonico-magica rinascimentale, è l’opera di J. Böhme che ebbe larga influenza nella formazione del romanticismo tedesco; un chiaro atteggiamento mistico-teosofico è in Novalis, mentre indubbiamente all’ambiente mistico-teosofico di Tubinga della seconda metà del Settecento dobbiamo molti motivi mistici e antintellettualistici che ritroviamo in Schelling e Hegel. Non va infatti dimenticata, oltre all’importanza del misticismo sull’approfondimento della vita religiosa, l’importanza della m. speculativa nella storia della filosofia: con la polemica costante (da Plotino allo Pseudo-Dionigi, da Eckhart a Novalis) contro l’intelletto discorsivo, che è organo del finito, la m. speculativa infatti ha rivendicato una facoltà superiore, capace di cogliere l’assoluto, al di là degli schemi dell’intelletto astratto.
In epoca più recente la psicologia e la psichiatria hanno indagato le risonanze somatiche indotte dallo stato di rapimento mistico, le conseguenze neurovegetative dell’estasi, certe particolari espressioni corporee (per es., le stimmate), individuando i non rari casi di permeabilità psico-fisica così intensa da rasentare la patologia mentale (fenomeni isterici, allucinazioni e pseudoallucinazioni, voci interiori, sonorizzazione del pensiero ecc.), nonché i casi di esaltazione pseudomistica.
Il misticismo musulmano, detto sufismo, subisce forti influssi cristiani, oltre che greci, gnostici e buddhistici, sotto i quali si sviluppa da un originario movimento ascetico in una pratica estatica mirante all’unione con il dio dell’universo mediante l’annullamento della persona, e successivamente in una dottrina panteistica giustificata da un’eterodossa esegesi allegorica del Corano.