Nome di varie sante: 1. C. (Ecaterina) d'Alessandria. - Vergine di Alessandria che, secondo una passio leggendaria risalente ai secc. 6º-7º, e altri testi più tardi, sarebbe stata torturata e decapitata per volere dell'imperatore Massimino Daia. Il suo corpo sarebbe stato seppellito dagli angeli sul monte Sinai, dove l'importante convento fondato da Giustiniano dall'8º sec. fu a lei dedicato. Il culto, diffusosi soprattutto a partire dal sec. 10º, nel 12º sec. si era affermato in molte parti d'Europa. Proclamata patrona dell'univ. di Parigi, è protettrice degli studenti e delle ragazze da marito. Festa (nel Martirologio Romano), 25 novembre. È detta s. C. della ruota, dal particolare più noto della sua leggenda, che cioè la ruota uncinata del supplizio si spezzasse al contatto del suo corpo. Gode di un culto assai popolare, che spiega la varia iconografia (suoi attributi usuali sono, oltre alla ruota, la corona e il libro; diffuso è anche il motivo del suo sposalizio mistico con Gesù), la ricca produzione di poesia popolare e i motivi di folclore. 2. C. da Bologna. - Mistica (Bologna 1413 - ivi 1463). Damigella di Margherita d'Este, ritiratasi in convento a Ferrara, per lei a Bologna si edificò (1456) un monastero per clarisse, di cui C. fu badessa quasi ininterrottamente sino alla morte. Lasciò trattati mistici. Canonizzata nel 1712; festa, 9 marzo. 3. C. Fieschi o da Genova. - Figlia (Genova 1447 - ivi 1510) di Giacomo Fieschi. Sposa di Giuliano Adorno, indotta da una rivelazione ad abbandonare la vita mondana intrapresa col marito, si diede dal 1473 a opere di carità: a capo della sezione femminile dell'ospedale principale di Genova, si distinse per abnegazione durante le pesti del 1497 e del 1501. Assistita da continue rivelazioni, ne fissò i motivi nel Trattato del Purgatorio e nel Dialogo tra anima, corpo, amor proprio, spirito, umanità e Dio. In questo, C. pone a fondamento della sua dottrina l'amore di Dio, che lascia l'uomo sempre libero dell'agire, e non ne comprime il volere, ma lo illumina con le sue rivelazioni; contro di esso lotta l'egoismo ("amor proprio") dell'uomo. Per quanto discussa sia la parte avuta da C. nella redazione delle opere, tutte recano una forte impronta personale. Proclamata nel 1684 patrona di Genova, canonizzata nel 1737 da papa Clemente XII; festa, 22 marzo. 4. C. Labouré. - Religiosa (Fain-les-Moutiers, Côte d'Or, 1806 - Reuilly, Parigi, 1876), delle Figlie della Carità. Ebbe frequenti visioni estatiche della Madonna e si distinse per opere di carità e di assistenza. Canonizzata da Pio XII (1947). Festa, 28 novembre. 5. C. de' Ricci. - Religiosa (Firenze 1522 - Prato 1590), al secolo Alessandra; entrò fra le domenicane di Prato nel 1535; stigmatizzata. Sono a stampa circa 800 Lettere sue. Venne canonizzata nel 1746. Festa, 13 febbraio. 6. C. da Siena. - Figlia (Siena 1347 - Roma 1380) di Iacopo di Benincasa, fu la penultima di 25 figli. Dopo una fanciullezza precocemente infiammata da vocazioni religiose, entrò a 16 anni fra le mantellate di s. Domenico, conducendo una vita di rigoroso ascetismo, senza risparmiarsi tutte le volte che la sua opera d'assistenza (in ospedali, lebbrosarî, ecc.) fosse richiesta. Ma il carattere vigoroso, l'intensità stessa della vocazione religiosa la sollecitavano all'apostolato: le conversazioni e la corrispondenza con teologi, mistici e letterati sono le prime trame, il centro d'irradiazione è la casa di C. nel nativo rione di Fontebranda a Siena. Fu dapprima sospettata di tendenze anticuriali, forse per un'incipiente polemica contro l'esilio avignonese; ma, giudicata a Firenze (1374) dal capitolo generale dei domenicani, fu assolta. L'anno dopo Gregorio XI affidò a C. la propaganda della crociata che ella propugnò da Pisa dove ricevette anche le stimmate. Scoppiato il conflitto tra Firenze e il papa, C. fu inviata dai Fiorentini ad Avignone (1376), per implorare pace, ma senza successo; il papa scomunicò Firenze. Da allora ella si assunse direttamente la missione di riportare il papa a Roma: e il 17 genn. 1377 Gregorio XI rientrò nella città. In quell'anno C. era ancora impegnata nell'intrapresa pacificazione tra Firenze e i papi, ma si apre lo scisma d'Occidente, e alla sua composizione ella dedica, logorandovisi, gli ultimi anni della sua vita. Complessa personalità bruciante d'azione, e insieme potentemente mistica (oltre alle epistole, di cui alcune sono potenti per violenza di pathos, C. ha lasciato un Dialogo della Divina Provvidenza), ella rappresenta, nella crisi della religiosità medievale, l'esigenza d'un rinnovamento della Chiesa sciolta dai vincoli politico-nazionali della residenza avignonese, e chiamata a una funzione soprannazionale: di qui l'insistenza per il ritorno del papa a Roma, che saldava l'interrotto filo della tradizione col mondo medievale. Se se ne tolgono però queste esigenze tradizionalistiche, C. può essere considerata ormai fuori dell'universalismo politico-religioso del Medioevo. Canonizzata nel 1461 da Pio II; compatrona d'Italia (con s. Francesco) dal 1939 (Pio XII); fu proclamata dottore della Chiesa da Paolo VI il 4 ott. 1970; festa, 29 aprile. n Raffigurata con le vesti dell'ordine domenicano, C. ha generalmente come attributi il giglio, il libro o il crocefisso. 7. C. di Svezia. - Figlia (1332 circa -1381) di s. Brigida. Perduto il marito, accompagnò la madre a Roma e Gerusalemme. Tornata in patria dopo la morte della madre, entrò nel monastero di Vadstena (1375), di cui fu badessa e dove morì. Il processo di canonizzazione, iniziato nel 1466, non fu mai concluso; venerata ugualmente come santa; festa, 24 marzo.