Termine inizialmente legato alla concezione cristiana ma poi usato nella storia delle religioni per indicare un fenomeno presente in diverse aree e culture: quel modo di vita e quel complesso di pratiche rituali che tendono a rendere possibile all’uomo una condizione diversa da quella ordinaria, realizzando uno stato considerato superiore dal punto di vista dei valori religiosi. Se nell’uso prevalente il termine indica un complesso di pratiche negative (solitudine, mortificazioni, astinenze, digiuni, flagellazioni ecc.), in connessione a una svalutazione della sfera del corporeo contrapposta alla sfera dello spirituale, in culture ove non si presenta un dualismo spirito-corpo esistono esperienze diverse, sicché possono entrare nella pratica ascetica anche pratiche che concernono positivamente la sfera del corporeo (potenziamento e controllo di certe capacità fisiche e organiche). Atteggiamento costante è, comunque, il rifiuto di una condizione di vita ordinaria per realizzare un’esistenza superiore, mediante un atteggiamento negativo rispetto all’esistenza data, considerata come non-valore rispetto al valore che si vuole realizzare. Quando questa autodisciplina viene eletta da parte di singoli individui a norma assoluta del proprio comportamento, si ha l’a. come fenomeno religioso in senso proprio.
In Grecia l’a. fu una specialità di singole formazioni religiose quali il pitagorismo, l’orfismo e le religioni misteriche. L’a. ellenistico era fondato sul dualismo tra luce e tenebre, materia e spirito, bene e male: tenebre e male da cui l’individuo doveva liberarsi sia con la gnosi, sia con l’esercizio dell’ascesi come distacco interiore dal mondo dei sensi. Il manicheismo, data la sua radicale concezione dualistica, professò un’ascesi rigorosa, praticata specialmente dagli ‘eletti’, mentre agli ‘uditori’ era lecito derogare alle regole al fine di perpetuare la vita e provvedere al mantenimento proprio e degli eletti. Il giudaismo, sebbene contrario all’ascesi come sistema di vita, ebbe le formazioni ascetiche degli Esseni e dei Terapeuti.
Pratiche ascetiche in senso generico sono ovunque riscontrabili nel mondo etnologico in relazione con momenti di particolare interesse sacrale: così nelle cerimonie d’iniziazione dei giovani alla società degli adulti e nell’istruzione ‘professionale’ dei futuri stregoni. Nelle grandi religioni di salvezza d’Oriente e d’Occidente, l’a. diventa prassi abituale e fondamentale; prende grandissimo rilievo e forme diverse nelle religioni indiane o d’origine indiana: nel brahmanesimo e nell’induismo acquista valore cosmogonico ed è assimilato al sacrificio; nel tantrismo e nella corrente yogica si presentano forme di a. ‘positive’ nel senso che utilizzano e valorizzano certe funzioni corporee. Nel cristianesimo l’a. si presenta come una pratica di vita del fedele che vuole realizzare la perfezione cristiana, in rapporto alle peculiari dottrine del peccato originale, della redenzione operata da Cristo e della grazia come essenziale dono di Dio, ma anche ai contesti culturali in cui si è storicamente inserito.
L’ascetica è la particolare educazione dell’uomo tendente a condurlo all’ascetismo. Nell’ambito della spiritualità cristiana, l’ascetica (detta anche teologia ascetica) si pone come la dottrina della perfetta vita cristiana e dei mezzi per raggiungerla ed è concepita come introduzione alla mistica: la ricerca della perfezione è finalizzata all’unione con Dio, la quale si realizza secondo i suoi disegni per ciascuno e non, propriamente, secondo i protocolli di perfezione umani. Nell’ambito della spiritualità cristiana resta sempre operante la congiunzione di ascetica e mistica: però, mentre il cristianesimo d’Oriente tende a dare più importanza alla mistica, quello d’Occidente tende a dare più rilevanza all’ascetica; di conseguenza l’ascetica orientale è più teologica, quella occidentale più etica; nell’Oriente la mistica è considerata un fatto ordinario e nell’Occidente straordinario.
Regole e principi di ascetica si trovano in tutti gli scrittori cristiani, a cominciare dai primi secoli. Nel Medioevo appaiono varie scuole, in corrispondenza a un sorprendente pluralismo teologico. Nell’età moderna prende forma anche un’ascetica per la vita familiare e di società (➔ Devotio moderna). Dopo il Concilio ecumenico vaticano II (1962-65), ha preso forma una rinnovata ascetica che parte dalla chiamata universale alla santità e tiene conto quindi di tutte le vocazioni di vita e di tutti i carismi, senza marcare troppo la distinzione tra doni ordinari e straordinari.