Immersione in un liquido o in altro mezzo esplicante azione termica o chimica.Di largo impiego sono i b. freddi, caldi o raffreddati in acqua comune, minerale o mineralizzata (➔ idroterapia), o di mare (➔ talassoterapia). Più o meno comuni sono anche i b. di fango, minerale o vegetale (➔ fango), e alcuni sistemi di applicazione terapeutica del calore umido, come è il caso dei b. di vapore ( b. turco e b. russo), dei b. di sabbia (➔ termoterapia) ecc.; varie indicazioni hanno anche i b. di luce, solare (➔ elioterapia) e artificiale (➔ fototerapia).
B. di fieno Pratica terapeutica popolare usata nella cura delle affezioni articolari (reumatiche e gottose), epatiche, metaboliche ecc. Consiste nell’immergere il paziente in uno strato di fieno fresco in fermentazione. La fermentazione agisce sviluppando calore (la temperatura sale fino a circa 60 °C) e, forse, liberando particolari, ma ignote, sostanze terapeuticamente attive.
In radiologia, b. Roentgen, modalità tecnica d’irradiazione di tutta la superficie anteriore o posteriore del corpo umano per la cura delle malattie cutanee (eczema, psoriasi) molto estese.
L’ambiente nel quale viene immerso un corpo o una sostanza per sottoporla a determinati trattamenti. In galvanoplastica, i liquidi e le soluzioni che si adoperano successivamente per ottenere la desiderata deposizione elettrolitica.
In metallurgia la massa di metallo o lega fusa, presente nei forni metallurgici; b. di sale, la massa di sale fuso (o la miscela di sali fusi) di cui ci si serve per il trattamento termico dei metalli o per la cementazione degli acciai.
Nell’industria tessile, per i trattamenti in umido, mediante passaggio o immersione, di fibre, semilavorati e manufatti, comunemente il b. si compone di acqua in cui vengono aggiunte particolari sostanze ausiliarie atte a realizzare o facilitare l’operazione.