Nome di alcune specie del genere Musa, della famiglia Musacee; sono erbe con grosso rizoma e con aspetto e dimensioni di una piccola palma. Il falso tronco, alto fino a 6 m, coronato da un ciuffo di poche foglie, è formato dalle basi fogliari avvolte l’una sull’altra; la lamina di queste, lunga fino a 2 m, è di solito lacerata trasversalmente, per l’azione del vento. Lo scapo, che sorge dal mezzo delle foglie, porta all’apice un’infiorescenza, d’interpretazione dubbia: è una sorta di spiga, riflessa, con molti fiori disposti a semiverticilli, ciascuno dei quali ha alla base una grande brattea violacea e risulta costituito da circa 20 fiori disposti in una o due file sovrapposte, trasversali. Il frutto ( banana) è una bacca carnosa, oblunga, falcata, gialla, dolce, nelle varietà coltivate partenocarpica e perciò senza semi. Il complesso dei frutti è detto casco o regime e i semiverticilli sono detti mani. Dopo la fruttificazione tutta la parte aerea perisce, mentre persiste il rizoma, dal quale poi sorgeranno altri fusti. La moltiplicazione si fa per mezzo dei getti del rizoma.
Nelle regioni calde si coltivano b. di 2 o 3 specie, da alcuni riunite in una sola, originarie dell’Asia tropicale: Musa sapientum (così chiamata perché nell’antichità, in India, la banana era ritenuta il cibo degli uomini saggi), con frutti piccoli, lunghi circa 10 cm, con polpa morbida, gialla o rossastra, zuccherina, profumata e che si mangiano crudi; Musa cavendishii (o M. chinensis), originaria della Cina meridionale, coltivata specialmente nelle Canarie, detta b. nano, essendo alta al massimo 2 m: dà le banane da tavola più ricercate, anche se di delicata conservazione e trasporto; Musa paradisiaca, con frutti lunghi 15-30 cm, a polpa soda, gialliccia, poco zuccherina, ricca di amido, e che si mangiano cotti o si essiccano per ricavarne la farina di banane. Si conoscono anche altre specie di Musa che danno frutti mangerecci. Le b. raccolte ancora immature e attaccate all’asse, e tenute per qualche tempo in apposite camere di maturazione (il processo di solito è accelerato con applicazioni di etilene diluito in aria) sono largamente esportate da parte di molti paesi della fascia intertropicale.
La produzione mondiale si aggira sui 70 milioni di tonnellate. Principale paese produttore è l’Unione Indiana, seguita da Brasile, Ecuador, Cina e Filippine (complessivamente oltre la metà della produzione mondiale). I principali esportatori sono Ecuador, Costa Rica, Filippine, Colombia.