(BEI; ingl. European Investment Bank) Istituto finanziario internazionale senza fini di lucro, con sede in Lussemburgo, costituito con il Trattato di Roma del 1957 per erogare o garantire prestiti destinati allo sviluppo dei settori industriale, energetico e infrastrutturale nell’interesse generale dei paesi membri della Comunità europea. I suoi interventi sono volti principalmente a favorire lo sviluppo delle regioni svantaggiate e ad accrescere l’indipendenza energetica della Comunità attraverso l’ammodernamento e la riconversione di imprese già esistenti e la creazione di nuove. È dotata di personalità giuridica autonoma, distinta da quella della Comunità e dispone di un proprio capitale, sottoscritto al momento della fondazione dagli Stati membri e periodicamente aumentato. L’attività si è ampliata e intensificata a seguito della creazione dell’unione monetaria con il Trattato di Maastricht del 1992, del conseguente rilievo assunto dalla politica di coesione tra regioni comunitarie e dell’opera di sostegno ai paesi candidati all’adesione alla Comunità. Nel 1994 è stato creato un Fondo europeo per gli investimenti, come joint venture tra la B., l’Unione Europea e alcune banche e istituzioni finanziarie europee, di cui la B. costituisce l’azionista di maggioranza, con la funzione di assistenza alle piccole e medie imprese attraverso la concessione di garanzie a investimenti a lungo termine, soprattutto nel settore delle infrastrutture. In accordo con le indicazioni dei Consigli europei di Lisbona e di Feira del 2000, la B. ha avviato il programma i2i (sigla per l’inglese Innovation 2010 Initiative), con l’obiettivo di promuovere gli investimenti per realizzare in Europa una società fondata sull’informazione e sull’innovazione.