Tecnica di colorazione che evidenzia bande costanti più o meno intensamente colorate lungo il cromosoma.
La denaturazione o la digestione enzimatica della cromatina, seguite dall’incorporazione di un colorante specifico per il DNA, fa sì che nei cromosomi mitotici di organismi complessi si individui una serie di bande alternantesi in senso trasversale fino a un totale di 400, 550 o 850 visibili al microscopio ottico.
Le bande G si ottengono sottoponendo i cromosomi a digestione con tripsina prima della colorazione con Giemsa; si formano bande scure (bande G) e chiare (bande G negative).
Le bande Q identificano gli stessi segmenti cromosomici delle bande G, ma i cromosomi sono colorati con un colorante fluorescente, per es. la quinacrina. Si osservano quindi al microscopio a fluorescenza bande luminose (bande Q) e spente (bande Q negative).
Le bande R sono il contrario delle bande G: i cromosomi sono denaturati al calore prima di essere colorati con Giemsa e il trattamento denatura il DNA ricco in AT; le bande R corrispondono alle Q negative.
Le bande T identificano un gruppo di bande R concentrate in particolare sui telomeri dei cromosomi.
Le bande C colorano i centromeri dei cromosomi dove sono localizzate le sequenze ripetute di DNA: i cromosomi sono denaturati con idrossido di bario prima della colorazione con Giemsa.
Le bande G positive si replicano tardi e contengono cromatina molto condensata, mentre le bande R si replicano nella fase S precoce del ciclo cellulare e presentano una cromatina meno condensata. Dato che il DNA altamente condensato che si replica più tardi è generalmente inattivo, i geni sono concentrati nelle bande R. Per quanto riguarda la base molecolare che determina il b. differenziale, le maggiori informazioni sono derivate dalla conoscenza della struttura molecolare dei cromosomi (➔ istone): la fibra di 30 nm, che costituisce una delle fasi di avvolgimento dei cromosomi, si organizza in anse a partire da un’impalcatura centrale disposta a spirale, composta in gran parte dalla topoisomerasi II. Nei siti di attacco fra il DNA e l’impalcatura proteica vi sono le regioni SAR (scaffold attachment regions) che contengono sequenze specifiche per legare la topoisomerasi, enzima necessario per svolgere e avvolgere il DNA. Le regioni di stretto avvolgimento delle SAR (chiamate anse Q) sono associate con le bande G/Q, quelle con SAR meno ripiegate sono associate a bande R.
La nomenclatura internazio;nale indica le bande sul braccio corto del cromosoma con la lettera p, quelle sul braccio lungo con la lettera q. Le differenti bande e sottobande sono numerate a partire dal centromero e andando verso i telomeri. Per es., il gene che codifica la distrofina è localizzato in Xp21, ossia è localizzato sul cromosoma X, braccio corto, banda 2 (rispetto al centromero), sottobanda 1.