Nome generico (ufficialmente Bantu Homeland) attribuito ad alcuni territori, fino al 1994 parte della Repubblica Sudafricana, destinati ad accogliere gruppi di popolazione indigena, su basi etnico-linguistiche, e dotati di autonomia amministrativa; il potere esecutivo era esercitato dalle tradizionali autorità tribali, affiancate da assemblee legislative.
Una serie di provvedimenti tendenti ad affidare alle comunità africane la gestione di apposite zone loro riservate (escludendole dalla partecipazione al governo dello Stato nel suo insieme) era in atto dagli anni 1950. Tra il 1972 e il 1981 la Repubblica Sudafricana costituì in Stati indipendenti quattro b.: il Bophuthatswana, il Transkei, il Venda e il Ciskei; ma la loro indipendenza non fu riconosciuta in sede internazionale dall’ONU e dall’OUA (odierna Unione Africana). Nel 1994, in applicazione della nuova Costituzione sudafricana, tutti i b. residui (Kwazulu, Lebowa, Qwaqwa, Gazankulu, Kangwane, Ndebele) sono stati soppressi e riassorbiti, con i quattro ex b., nel territorio del paese.