Locuzione inglese (lett. Balena azzurra, in riferimento ai comportamenti apparentemente immotivati di spiaggiamento e morte di questi cetacei) con la quale si designa un gioco di adescamento on line articolato in una serie di cinquanta prove attraverso le quali un tutor indurrebbe un teenager – che accetta di partecipare volontariamente postando un messaggio – a compiere atti di autolesionismo e a intraprendere azioni pericolose per la sua incolumità, che vengono documentate mediante smartphone e condivise in rete sui social, fino all’atto finale del suicidio. Apparentemente sorto nel 2016 in Russia – dove avrebbe indotto centinaia di adolescenti a darsi la morte – come uno dei numerosi gruppi on line dedicati al suicidio, sulla sua reale esistenza sono stati avanzati dubbi circostanziati, e diverse fonti si riferiscono al gioco come a una delle numerose fake news circolanti nel Web. L’aspetto sociologicamente più rilevante del fenomeno, che assume la caratteristiche di una sorta di cyberbullismo estremo che insisterebbe su bassa autostima e fragilità, risiede nel fatto che – sia essa una pratica autentica o invece un’ossessione collettiva che incarna le ansie prodotte da un’esposizione incontrollata ai social network – esso fa perno sulla vulnerabilità dei soggetti coinvolti, appartenenti a una fascia d’età caratterizzata da insicurezza e instabilità emotiva, ciò che contribuisce a spiegare il fenomeno secondario costituito dalla psicosi da Blue whale, diffusasi anche in Italia (dove sarebbero stati segnalati alcuni casi) tra i teenagers e le loro famiglie in ragione del timore dell'adescamento e dell'incapacità di resistere alle insidie estreme del web.