Brasile
Il paese che è quasi un continente
Maggiore paese dell'America Latina, il Brasile è quasi un 'continente' a sé, denso di forti contrasti: esso è infatti al contempo ricchissimo, grazie alle sue risorse minerarie e alla fertilità di molte sue terre, e poverissimo a causa dell'indigenza di buona parte della sua popolazione. La grande dimensione segna tutti i fenomeni che lo interessano, di ordine sia fisico sia sociale o economico.
Il Brasile è il più esteso e il più popoloso Stato dell'America Meridionale, confina con quasi tutti gli altri Stati del continente e si affaccia per circa 7.500 km sull'Oceano Atlantico. Proprio per le enormi dimensioni del suo territorio, morfologia, idrografia, clima, vegetazione e fauna sono grandemente diversificati. Molto estesa è la regione del bassopiano amazzonico, nella parte settentrionale del Brasile, percorso dal Rio delle Amazzoni con i suoi numerosi affluenti. Sempre a nord vi è lo 'scudo' della Guyana, un altopiano di antichissima formazione. Nella parte centrale e meridionale si estendono altopiani molto vasti, che si rialzano nelle serras verso sud, in prossimità della costa (Pico de Bandeira, 2.897 m).
Grazie anche al clima, spesso umido e piovoso, l'acqua rappresenta una risorsa importante. La salvaguardia dell'ambiente con le sue immense ricchezze costituisce uno dei principali problemi del Brasile. Il bacino amazzonico, per esempio, è coperto dalla foresta pluviale, con la sua straordinaria varietà di alberi, che però vengono abbattuti in modo sistematico.
Diversificata è pure la popolazione, che è multietnica. Dal 16° secolo in poi i Portoghesi si insediarono quasi esclusivamente sulle coste, fondandovi le maggiori città e portando la loro lingua e la religione cattolica. Da essi ha avuto origine gran parte della popolazione bianca, che costituisce più della metà degli abitanti; molti di essi discendono inoltre da emigrati dall'Italia e da altri paesi europei. Il restante 40% della popolazione è costituito da meticci (vale a dire i nati dall'incrocio di un genitore di razza bianca con un genitore di altre razze, quali, per esempio, gli Indios o gli afroamericani), mentre gli originari abitanti del Brasile sono ridotti a non più di 50.000 persone. La popolazione nera, che discende dagli schiavi africani, rappresenta il 6%. La molteplicità etnica è una caratteristica importante della popolazione brasiliana, che conosce una larga tolleranza razziale, ma la popolazione di origine europea è quella che gode delle migliori condizioni di vita: ancora enormi, infatti, sono le disuguaglianze fra una ristretta classe di proprietari e imprenditori e le grandi masse di poveri contadini e di sottoproletariato urbano.
Una distribuzione squilibrata. L'incremento della popolazione è notevolissimo (nel 1950 i Brasiliani erano poco più di 50 milioni di abitanti), con una distribuzione territoriale sbilanciata: l'interno è quasi spopolato mentre lungo la fascia costiera si raggiungono densità molto elevate, in particolare in alcune grandi aree metropolitane. Recentemente si è avuto un aumento enorme della popolazione urbana, che ha superato l'80% del totale, provocando ulteriori gravissimi squilibri. La città più grande, con quasi 19 milioni di abitanti compresi i sobborghi, è San Paolo, che è anche il maggior centro industriale e commerciale del paese. Sempre sulla costa meridionale sorge la splendida città di Rio de Janeiro, con più di 11 milioni di abitanti. La capitale, Brasilia, si trova invece nell'interno.
Le risorse naturali sono estremamente varie: il clima consente produzioni di caffè, canna da zucchero, cacao e frutta tropicale, ma anche cereali e cotone; le risorse minerarie ‒ petrolio, bauxite, manganese, ferro, oro, diamanti ‒ sono imponenti e vengono lavorate anche dalle industrie locali: siderurgiche, metallurgiche, chimiche e meccaniche. Molte industrie sono legate a società multinazionali poco interessate a un più equilibrato sviluppo generale del paese, ma negli ultimi decenni l'economia nazionale ha fatto molti progressi.