In petrografia, roccia sedimentaria clastica, coerente, del gruppo delle ruditi. Consta di frammenti litoidi, a spigoli vivi, di dimensioni non inferiori a 2 mm, provenienti dalla frantumazione esogena di rocce preesistenti, trattenuti da una matrice di natura varia (argillosa, lateritica, calcitica, dolomitica, silicea ecc.). Le b. ossifere presentano un’abbondante matrice fine, formata da accumulo di ossa, denti, noduli fosfatici con copiosa componente organica; sono tipiche di ambienti geologici di grotta, anche se possono avere talora origine marina. Le b. di pendio o di falda constano di elementi angolosi con matrice sabbioso-limonitica e vario grado di cementazione; si originano sui pendii morfologici più esposti al disfacimento meccanico delle rocce in posto. Le b. sono dette monogeniche, se composte da frammenti di rocce del medesimo tipo, poligeniche se costituite da elementi eterogenei.
Sono rocce molto diffuse, con proprietà tecniche assai variabili e opportunamente trattate possono essere anche usate come materiale ornamentale. Ne sono un esempio le b. di Seravezza, monogeniche, costituite di frammenti angolosi di marmo policromi saldati da un cemento a tonalità spesso marcate; la b. pavonazza, o pavonazzetto della Lucchesia, formata da elementi di marmo bianco e da matrice paonazza; il cosiddetto verde antico (molto usato dai Romani), breccia poligenica composta prevalentemente da elementi serpentinosi ma in parte anche calcarei. B. di frizione In tettonica, roccia a struttura brecciata dovuta a frantumazione, per effetti dinamici, di termini litoidi preesistenti, in corrispondenza di faglie o scorrimenti, e successiva cementazione in situ dei frammenti; classificabile fra le tettoniti. B. vulcanica Roccia a elementi litoidi angolosi, per lo più lavici e tufacei, legati da matrice di varia natura e composizione; si forma per attività esplosiva presso le emergenze dei condotti vulcanici.