(gr. Χαλκιδική) Penisola della Grecia nord-orientale (4000 km2), in Macedonia, tra il Golfo di Salonicco e quello di Orfani, nel Mar Egeo. Termina con i tre lunghi aggetti peninsulari di Monte Santo, Sitonía e Cassandra. È quasi interamente compresa nel nomo omonimo (2918 km2 con 100.043 ab. nel 2006). Capoluogo Polígiros. L’interno è montuoso e boscoso, a eccezione della parte sud-occidentale. Ha risorse minerarie di ferro e piombo argentifero; produce vino, miele, legname.
Deve il suo nome alla colonizzazione calcidese, particolarmente intensa nel 7° secolo. I popoli pregreci solo tardi si amalgamarono coi coloni calcidesi ed eretriesi dell’Eubea. La C., occupata dai Persiani, alla loro sconfitta fece parte della lega delio-attica. Poi nel 432 Potidea, Olinto e le principali città si ribellarono ad Atene e dopo la caduta dell’impero ateniese costituirono (4° sec.) una lega sciolta da Sparta nel 379. Ricostituitasi nel 375, la lega oscillò fra i Macedoni e Atene finché Olinto fu presa e distrutta da Filippo II; le altre città della C. furono incorporate nella Macedonia (348 a.C.) e ne condivisero da allora le vicende.