Gemma incisa a rilievo, secondo diverse tipologie. Particolari effetti decorativi sono ottenuti con l’uso di pietre policrome quali l’agata, la sardonica, l’onice, nelle quali l’intaglio sfrutta i delicati contrasti cromatici dei vari strati della pietra nei diversi livelli del rilievo. Sviluppatasi nell’ellenismo (tazza Farnese, Napoli, Museo Archeologico; coppa dionisiaca, Parigi, Cabinet des médailles) e poi a Roma (Gemma augustea, Vienna, Kunsthistorisches Museum; Gran cammeo di Francia, Parigi, Cabinet des médailles), la produzione di c. ebbe alterne fortune nei secoli successivi (c. bizantino con Annunciazione, Parigi, Cabinet des médailles). In Italia scomparve quasi del tutto nel Medioevo; solo con Federico II si registra la creazione di notevoli esemplari ispirati all’antico. Con il 15° e il 16° sec. l’arte rifiorisce, rifacendosi a esempi classici (in Italia con intagliatori quali V. Belli, G. Bernari da Castelbolognese e A. Cesati detto il Grechetto). Tornò nuovamente in voga in epoca neoclassica.
Per la cosiddetta pittura a c. ➔ camaïeu.