(sp. Canarias) Arcipelago di sette isole maggiori e altre minori dell’Oceano Atlantico (in totale 7447 km2 con 2.025.951 ab. nel 2007), presso la costa africana, fra 27°35′ e 29°25′ lat. N e 13°29′ e 17°57′ long. O. Le isole maggiori sono da E a O: Lanzarote (806 km2), Fuerteventura (1659 km2), Gran Canaria (1532 km2), Tenerife (1929 km2), Gomera, La Palma e Hierro. Dal 1983 costituiscono una Comunità autonoma spagnola (con Las Palmas de Gran Canaria e Santa Cruz de Tenerife che si alternano nel ruolo di capoluogo).
Il clima è marittimo, con debolissima escursione termica annua (circa 6 °C), medie tra 16,7 e 20 °C. Le brezze marine temperano i calori estivi, per contro i venti che spirano dal Sahara elevano bruscamente le temperature. Le piogge scarseggiano, diminuendo da O a E.
La flora cormofitica delle C. comprende più di 1300 specie, con alcuni endemismi propri, che hanno affinità con la flora mediterranea, africana e asiatica, di cui spesso rappresentano tipi ancestrali, altrove estinti. Per la vegetazione si possono distinguere una zona inferiore, fino a 800 m, con Phoenix canariensis, Dracaena draco e diverse Crassulacee arbustive, una zona delle selve di Lauracee (Laurus canariensis ecc.), fino a 1200 m, e di Conifere (Pinus canariensis) ed Ericacee fino a 1800 m, e una zona superiore o dei cespugli, limitata a Tenerife.
La fauna presenta caratteristiche di tipo mediterraneo. Non vi si trovano altri Mammiferi indigeni all’infuori dei pipistrelli. Fra gli Uccelli tipico il canarino. Non mancano i Rettili: i Geconidi, i Lacertidi e gli Scincidi con caratteri africani. Tra gli Anfibi, le raganelle e tra i Pesci delle acque interne l’anguilla. Dei numerosi Molluschi terrestri (quasi 200 specie), in gran parte del genere Helix, molti sono endemici dell’arcipelago. Gli insetti sono in gran parte affini a forme mediterranee; nondimeno tre farfalle (due Danais e una Vanessa) si ritrovano nell’America tropicale.
La popolazione attuale è mescolanza dell’antico elemento indigeno, ormai estinto (i Guanci), con gli afflussi europei successivi alla conquista, soprattutto spagnoli (ma anche normanni, fiamminghi, arabi e, in minime percentuali, africani). Gli abitanti risiedono in gran parte a Gran Canaria e Tenerife. L’agricoltura è la maggiore risorsa dell’arcipelago (soprattutto banane e pomodori; ortaggi primaticci, agrumi, tabacco, cereali e vite). Rilevante la pesca. L’industria tradizionale lavora il tabacco e produce trine e ricami, mentre a Santa Cruz de Tenerife è ubicata una raffineria di petrolio. Molto sviluppato il turismo. I porti franchi di Las Palmas e di Santa Cruz de Tenerife sono importanti stazioni di rifornimento e capolinee di cavi sottomarini. Regolari linee di navigazione uniscono le varie isole fra loro, e alla Spagna.
Visitate dai Fenici nel 4° sec. a.C., se ne ebbe di nuovo notizia solo fra il 13° e 14° secolo. Furono riscoperte, in occasione di una spedizione organizzata da Alfonso IV di Portogallo, da Lancellotto Malocello nel 1336 e dai Francesi nel 1402. In seguito, conteso tra Portoghesi e Castigliani, l’arcipelago venne riconosciuto dominio spagnolo. Dal 16° sec. cominciarono a decadere economicamente, finché nel 1852 i loro porti furono dichiarati porti franchi. L’arcipelago delle C., già regione autonoma della Spagna, ha ottenuto nel 1983 lo status di comunità autonoma previsto dalla Costituzione; negli anni successivi ha accresciuto notevolmente la propria autonomia, specialmente per quanto riguarda l’istruzione e la sanità.
Platea delle C. Rialto sottomarino che costeggia tutta l’Africa nord-occidentale e iniziandosi dalle isole del Capo Verde, con profondità di 3500 m circa, prosegue sino alle C. e al gruppo di Madera con profondità di 3000 m. La platea è discontinua solo nel tratto più a nord, e presenta dappertutto alture e affossamenti di non grande entità.