Stato insulare dell’Africa occidentale, situato nell’Oceano Atlantico, tra 14°48′ e 17°12′ lat. N, di fronte al capo omonimo, da cui dista oltre 500 km. Il territorio di C. coincide con l’arcipelago omonimo, formato da una decina di isole principali (la più vasta è Santiago, 991 km2) e da alcuni isolotti. L’arcipelago è di origine vulcanica e ha tuttora un vulcano in debole attività, il Pico, nell’isola di Fogo, che costituisce anche la massima elevazione del paese (2829 m). Il clima è tropicale, molto secco, addirittura desertico in alcune isole, con precipitazioni sempre inferiori a 300 mm annui e temperatura media annua di 24-25 °C.
Le isole più estese sono intensamente coltivate e producono mais, banane, ricino e modesti quantitativi di caffè di qualità eccellente. Notevole è l’estrazione del sale e attiva la pesca; buone le prospettive del turismo. I limiti imposti all’agricoltura dalla scarsezza di precipitazioni (aggravata negli ultimi anni da ricorrenti crisi di siccità ancora più acuta, comuni alla fascia saheliana di cui il paese è un prolungamento insulare) e la difficoltà di diversificare l’economia hanno spinto gli abitanti a emigrare in altre parti dell’Africa, in Brasile, negli Stati Uniti, e successivamente in paesi europei, tra i quali l’Italia, divenuta meta di una ragguardevole immigrazione di manodopera femminile che trova occupazione in lavori domestici. Per la sua posizione l’arcipelago, in passato, ha svolto un importante ruolo di scalo per le navi dirette dall’Europa all’Africa meridionale e all’America Meridionale, e dispone tuttora di buoni porti a Praia e a Mindelo (nell’isola di São Vicente). Aeroporto internazionale nell’isola di Sal.
Colonia portoghese dalla seconda metà del 15° sec., divenne provincia d’oltremare nel 1951. Il Partido Africano da Independência da Guiné e do Cabo Verde (PAIGC, 1956) che voleva unificare i due paesi, nel 1974 guidò C. verso l’indipendenza, che fu proclamata nel 1975. Abbandonato il progetto di unificazione dopo il colpo di Stato del 1980 in Guinea Bissau, il PAICG (dal 1981 PAICV, Partido Africano da Indêpendencia do Cabo Verde) rimase alla guida del paese, ottenendo discreti risultati economici, fino alle elezioni del 1991 (dopo l’instaurazione del multipartitismo nel 1990), che furono vinte dal centrista Movimento Para Democracia (MPD). Nel 1992 una nuova Costituzione di tipo parlamentare sostituì quella presidenziale del 1980; furono inoltre introdotte varie riforme volte a liberalizzare l’economia e a ridurre la dipendenza del Paese dagli aiuti internazionali. La vita politica del Paese degli ultimi vent’anni è stata caratterizzata dall’alternarsi al governo del PAICV e del MPD: nel 2011 il PAICV del primo ministro J.M. Pereira Neves ha ottenuto la maggioranza dei seggi, ma l’elezione alla presidenza di J.C. Fonseca, supportato dal MPD, alle consultazioni del settembre 2011 ha costretto il PAICV alla coabitazione. Le consultazioni legislative tenutesi nel marzo 2016 hanno invece riportato al potere il MPD, che ha ottenuto la maggioranza assoluta e il cui leader U. Correia e Silva ha assunto la carica di premier, riconfermato a seguito delle elezioni dell'aprile 2021, mentre nel mese di ottobre Fonseca ha ricevuto un secondo mandato al primo turno delle presidenziali, ottenendo il 74% dei consensi, e permanendo nella carica fino all'ottobre 2021, quando gli è subentrato l'ex premier J.M. Neves, eletto al primo turno con il 51% dei voti.