Stato dell’Africa occidentale; comprende il tratto di costa atlantica esteso dal Capo Roxo all’estuario del fiume Kogon e il prospiciente Arcipelago delle Bissagos. Il territorio confina a N con il Senegal, a E e a S con la Guinea, ed è bagnata a O dall’Oceano Atlantico.
La parte continentale del territorio consiste in una regione piatta, costituita esclusivamente da depositi alluvionali, compresa fra un’area montuosa alle pendici meridionali del Fouta Djalon e una fascia costiera, larga da 50 a 200 km, frastagliata e incisa dagli estuari di numerosi corsi d’acqua. I principali (Cacheu, Geba e Corubal) sono navigabili, pur con difficoltà, da imbarcazioni di modeste dimensioni. Le terre insulari sono rimaste isolate a poche miglia dalla costa in un periodo geologicamente recente, in seguito a un’ampia ingressione marina: le isole maggiori delle Bissagos, sabbiose e in qualche punto difficilmente accessibili, sono Orango, Roxa, Caravela e Formosa.
Il clima è caldo-umido, con precipitazioni concentrate nel periodo tra maggio e settembre. La sezione più interna è in gran parte rivestita dalla foresta pluviale, mentre nella zona costiera prevalgono le mangrovie.
Il tasso di accrescimento annuo è alto (2,019% nel 2009) e gli indici sociodemografici, pur avendo manifestato qualche miglioramento negli ultimi anni, continuano a denunciare una situazione di gravissima arretratezza: la mortalità infantile è elevatissima (il 99,82‰), la speranza di vita alla nascita è bassa (intorno ai 46-49 anni), il tasso di analfabetismo è forte (oltre il 60% della popolazione adulta). Gli organismi internazionali hanno valutato che quasi i nove decimi della popolazione complessiva vivano al di sotto della cosiddetta soglia di povertà. Unica città vera e propria, centro delle attività amministrative ed economiche del paese, è la capitale.
Si professano in prevalenza culti musulmani (45,8%) e animisti (39,5%), con una piccola parte di cristiani (14,7%).
Con un reddito pro capite di circa 206 dollari annui la G. è uno tra i paesi più poveri del mondo. L’economia mostra gravi carenze, dipendendo di fatto dal solo settore primario: l’agricoltura insieme all’allevamento, allo sfruttamento forestale e alla pesca contribuisce al PIL per il 62,4%, occupando oltre i quattro quinti della popolazione attiva. Prevalgono le colture di sussistenza (riso, mais, miglio, ortaggi), che tuttavia non riescono a soddisfare il fabbisogno interno, pesantemente gravato da una eccessiva pressione demografica, mentre poche colture sono destinate all’esportazione (noci di cocco, arachide, anacardio). Malgrado la presenza nel sottosuolo di riserve di bauxite e di fosfati, il settore minerario è poco sviluppato; dal 1989 è iniziata l’estrazione di modeste quantità di petrolio da tre giacimenti offshore. Il settore industriale è limitato a impianti di trasformazione dei prodotti agricoli e le prospettive di sviluppo sono fortemente condizionate dalla carenza di risorse finanziarie e dall’inadeguatezza delle infrastrutture per le comunicazioni. La rete stradale misura 2755 km (2003); il porto più attivo è Bissau, sede anche di un aeroporto.
Sul fronte monetario, l’integrazione della G. nella zona del franco CFA, richiesta fin dal 1986, è stata sancita ufficialmente il 31 marzo 1997, dopo l’ingresso del paese (2 gennaio 1997) nell’Union Économique et Monétaire Ouest-Africaine (UEMOA).
Tra le prime terre dell’Africa occidentale raggiunte dai Portoghesi nel 15° sec., la G. nel 1879 divenne una colonia a sé, elevata nel 1951 allo status di provincia d’oltremare. Il leader indipendentista Amilcar Cabral, fondatore nel 1956 del Partido Africano da Independência da Guiné e do Cabo Verde (PAIGC), fu l’ideologo di una decolonizzazione non limitata alla conquista dell’indipendenza ma volta a trasformare la società puntando insieme alla sovranità e al socialismo. La lotta armata incominciata nel 1963 condusse alla liberazione di gran parte del territorio e un’Assemblea nazionale nel dicembre 1973 proclamò unilateralmente l’indipendenza, riconosciuta dal Portogallo solo nel 1974, dopo la caduta del regime di Salazar. Assassinato nel gennaio 1973 Cabral, fu eletto presidente della Repubblica il fratellastro Luis, che gli era successo alla guida del PAIGC. Nel 1980 un colpo di Stato esautorò L. Cabral e insediò al potere J.B. Vieira, il più popolare comandante militare della lotta di liberazione, che aprì il paese all’iniziativa privata e all’assistenza dell’Occidente. L’introduzione, nel 1991, del multipartitismo non produsse sostanziali cambiamenti politici: il monopolio del PAIGC rimase inalterato fino al 1998 quando, in seguito a una sollevazione militare, il paese precipitò nella guerra civile. Le elezioni indette nel 1999 diedero la vittoria al Partido para a renovação social, il cui leader, K. Yala, fu eletto presidente (2000), ma nel 2003 e nel 2004 nuovi pronunciamenti militari hanno scosso il paese. Destituito Yala (2003), tornò al potere Vieira, che, rieletto alla presidenza nel 2005, nel 2009 fu assassinato da militari ribelli per ritorsione contro l'uccisione del capo di stato maggiore dell'esercito, generale Tagmé Na Waié. Al suo posto è stato eletto Malam Bacai Sanhá, la cui morte nel gennaio 2012 si è verificata in concomitanza con un tentativo di golpe finalizzato a indebolire il potere dei militari. In aprile la presidenza ad interim è stata affidata al presidente dell’Assemblea nazionale R. Pereira, che l'aveva assunta già nel 2009, dopo la morte di Vieira, ma nello stesso mese la giunta militare insediatasi dopo un colpo di stato lo ha rimosso e nominato presidente del governo di transizione M.S. Nhamadjo, che ha chiamato nel suo esecutivo membri del Partido Africano para a Independência da Guiné e Cabo Verde (Paigc), il partito che detiene la maggioranza dei seggi in Parlamento. Le elezioni presidenziali, previste per il 2013 e poi posticipate all'aprile 2014, hanno visto vincitore J.M. Vaz, membro del Paigc; primo ministro dal luglio 2014 all'agosto 2015 è stato D.S. Pereira, leader del Paigc, destituito dal presidente Vaz nel mese di agosto e sostituito nel settembre dello stesso anno da C. Correia, che il mese successivo ha formato un nuovo governo. Nell’aprile 2018, in ragione del protrarsi di una fase di netta instabilità politica che ha visto una successione di governi-lampo, Vaz ha nominato A. Gomes nuovo premier del Paese, destituendolo però nell'ottobre 2019 e affidando l'incarico di guidare un nuovo esecutivo a F.F. Imbali, che il mese successivo ha rassegnato le dimissioni. Nello stesso mese di novembre si è svolto il primo turno delle consultazioni presidenziali, alle quali si sono affermati D.S. Pereira (40,1% dei consensi) del Paigc e U.C. Embaló (27,6%), che al ballottaggio ha ottenuto il 53,5% dei voti, subentrando nella carica a Vaz dal gennaio dell'anno successivo. A seguito di gravi accuse di corruzione mosse al Parlamento, nel maggio 2022 il presidente Embaló ha sciolto l'organo amministrativo e indetto elezioni anticipate: svoltesi nel giugno 2023, le consultazioni hanno assegnato la maggioranza assoluta alla coalizione Terra Ranka guidata dal Paigc (54 su 102 seggi), seguita dal partito Madem G15 di Embaló e dal Partito per il rinnovamento sociale.