Condizione di chi è incapace di leggere e scrivere. La sua maggiore o minore diffusione è rilevabile statisticamente, ma non facilmente comparabile da paese a paese data la mancanza di unicità di criteri con cui si compiono le varie rilevazioni. L’a. si presenta tuttora con i caratteri di un fenomeno di massa nei paesi meno sviluppati: in difetto di dati precisi, si calcola che il fenomeno interesserebbe ancora circa 770 milioni di persone. Il problema della lotta all’a. è stato affrontato in sede internazionale e con campagne nazionali, quali quelle organizzate dal Messico, dal Brasile, da Cuba, dall’Indonesia, dalle Filippine. In molti paesi del Terzo Mondo, la lotta contro l’a. si presenta particolarmente difficile, poiché alle condizioni di sottosviluppo culturale, si aggiunge spesso la questione di quale lingua (o lingue) adottare come ufficiale e diffondere.
Nei paesi più sviluppati, invece, le percentuali di analfabeti ancora rilevate mostrano trattarsi di un fenomeno essenzialmente residuale. Dal censimento del 2001 è risultato che in Italia gli analfabeti al di sopra dei 6 anni di età erano 782.342, con una percentuale passata dal 2,1% del 1991 al 1,5%. In questi stessi paesi, tuttavia, è stata evidenziata una diversa forma, detta a. funzionale, soprattutto con riferimento a carenze nella formazione tecnico-professionale; a queste nuove esigenze formative si cerca di far fronte con corsi di qualificazione professionale integrativi alla scuola dell’obbligo e con articolate iniziative di educazione permanente degli adulti. Va assumendo proporzioni significative anche il fenomeno dell’ a. di ritorno, cioè la perdita delle abilità di lettura e di scrittura per mancanza di esercizio.