Comune della prov. di Barletta-Andria-Trani (149,5 km2 con 31.293 ab. nel 2008), situata a 105 m s.l.m. su un pendio alla destra del fiume Ofanto, all’estremità NO delle Murge. Centro commerciale e agricolo, con piccole industrie alimentari e dei materiali da costruzione. Nodo autostradale per Napoli, Bari e Bologna.
Il nome antico era Canusium (gr. Kανύσιον); città daunia, fondata secondo la leggenda da Diomede, divenne romana nel 318. Era rinomata per l’industria della lana e per la produzione delle ceramiche, testimoniata da numerosissimi esemplari, spesso di grandi dimensioni, provenienti dalle tombe della città e dalle necropoli di tutta la Puglia e appartenenti a epoche diverse: dai più antichi, senza vernice e a decorazione geometrica (caratteristica fra tutte la forma di cratere a imbuto), ai cosiddetti vasi listati, con decorazione a fasce parallele, geometrica e figurata insieme, a quelli d’imitazione greca a vernice nera con figure rosse, fino ai grandi aschi bianchi con ornamentazione figurata plastica.
La C. medievale sorse all’incirca dove era la vecchia Canusium; devastata dalle incursioni barbariche, cominciò a rifiorire in epoca longobarda, ma fu nuovamente distrutta dai Saraceni, nell’840-70; ricostruita verso il 965, fiorì in età normanna (11°-12° sec.). Danneggiata dalle guerre dinastiche in epoca angioina (14°-15° sec.), resistette eroicamente nel 1502 a fianco degli Spagnoli contro le truppe francesi, che la occuparono solo dopo lungo assedio. Nel 1530 Carlo V la diede in dono a Filiberto d’Orange, ma due anni dopo la concesse a Onorato Grimaldi, i cui discendenti la vendettero nel 1643 a Filippo Affaitati; nel 1818 fu assegnata al vescovo di Andria.