Composizione per voci e strumenti, caratterizzata da arie, recitativi e cori. In Italia fiorì tra 17° e 18° sec., trovando larga diffusione attraverso quattro scuole: la romana, di cui il maggiore esponente fu G. Carissimi; la veneziana, fra i cui principali compositori figurano F. Cavalli e A. Costi; la bolognese, di cui si ricorda il compositore G.M. Bononcini; la napoletana, culminante nella figura di A. Scarlatti. In Germania ebbero svolgimento autonomo le c. sacre di ispirazione protestante: J.S. Bach ne scrisse più di 200: composizioni su testo luterano per solisti di canto, coro e strumenti, costituite in media da sei o sette brani e concluse da un corale. Dall’Ottocento, le c. divennero composizioni sempre più vaste per soli, coro e orchestra.