Produzione di suoni modulati attraverso la voce. Il termine indica anche un componimento musicale per voci sole o accompagnate da strumenti.
Dal concetto prevalente nell’antichità classica di c. come accentuazione lirica della parola derivarono nel Medioevo sia il c. grego;riano, solo vocale, influenzato anche dall’Oriente e dalle fonti ebraiche, sia il c. monodico dei trovatori, trovieri e Minnesänger. Nel 14° sec. con l’Ars nova si ebbe una valorizzazione della musica rispetto al testo e nel Rinascimento prevalse la pratica polifonica contrappuntistica.
Nei dibattiti teorici che accompagnarono la nascita dell’opera, nel 1600, si produsse un ritorno all’antico e dal «recitar cantando» si giunse, verso la metà del 17° sec., al cosiddetto ‘bel c.’, valorizzazione virtuosistica del c., che si protrasse fino alla metà dell’Ottocento, non senza reazioni da parte di G.B. Lulli, di C.W. Gluck e, nel corso del 19° sec., da parte di G. Rossini, G. Verdi e R. Wagner.
Il c degli uccelli è una voce modulata (distinta dal richiamo o dalle voci o dal verso): consiste generalmente in una frase composta di suoni simili o differenti che gli uccelli emettono in particolari condizioni fisiologiche. L’organo della voce è la siringe (➔) o laringe inferiore, situata alla biforcazione della trachea nei grossi bronchi e provvista di legamenti elastici o corde vocali. Il c. vero e proprio è spesso un carattere sessuale secondario del maschio, ma in alcune specie cantano anche le femmine. Manca o è rudimentale negli uccelli che vivono in società; la sua estrinsecazione è spesso condizionata dal fenomeno della riproduzione. Infatti il c. dell’uccello maschio adulto funge sia da richiamo sessuale nei riguardi della femmina sia da minaccia e da avvertimento per gli altri maschi.
Il c. rappresenta uno dei migliori esempi di fusione di componenti ereditarie e acquisite durante lo sviluppo. Il c. di un uccello maschio, prima di potersi fissare nella sua forma definitiva, richiede esperienza sia di c. da parte dell’uccello stesso, sia di ascolto del c. di altri maschi. Il processo di apprendimento del c. degli uccelli adulti avviene nei primi tre mesi di vita, prima che l’uccello abbia iniziato a cantare; superato il quarto mese di vita gli uccelli non sono più recettivi e il loro c. non può più essere modificato. Alcuni uccelli cantano tutto l’anno, con una diminuzione nella cattiva stagione e un corto arresto al momento della muta. Quando è periodico, il c. dura il tempo della riproduzione, con sospensioni durante l’allevamento dei piccoli; cessa definitivamente durante l’ultimo periodo dell’allevamento. Le condizioni climatiche influiscono direttamente sulle manifestazioni vocali: il c. è frequente quando il tempo è calmo; meno frequente o assente in caso di vento, aria secca, freddo e pioggia.