(lat. Capua) Antica città della Campania, sul luogo dell’odierna Santa Maria Capua Vetere. Fondata probabilmente intorno all’800 a.C., restò a lungo nell’orbita della cultura etrusca; passò sotto dominio sannitico nel 424 e si alleò coi Romani nel 340. Dopo la battaglia di Canne (216), si dette ad Annibale, che vi svernò. Costretta ad arrendersi senza condizioni (211), fu duramente trattata dai Romani e privata dell’autonomia politica; rimase, tuttavia, la capitale della Campania e tornò a prosperare per le sue risorse agricole e le fiorenti industrie: nel 59 vi fu dedotta una colonia. Superò la devastazione di Genserico (456) ma quella compiuta dai Saraceni nell’840 costrinse gli abitanti a cercare rifugio a Casilinum.
Restano rovine dell’antico anfiteatro, grande quasi come il Colosseo, da cui provengono la statua di Venere e quella di Psiche dette ‘di Capua’. Ben conservato l’arco romano a tre fornici, sull’Appia. Vi sono resti di terme, del teatro, di un foro, di un tempio da identificarsi probabilmente con il Capitolium, dell’acquedotto, e di un mitreo con pitture. Da un tempio nel fondo Patturelli provengono terrecotte e sculture in tufo di una divinità matronale con bambino in braccio (Museo Campano). La necropoli ha tombe a camera con pitture, e due monumentali tombe romane, la Conocchia e le Carceri Vecchie.