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Carnevale

di Cecilia Gatto Trocchi - Enciclopedia dei ragazzi (2005)
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Carnevale

Cecilia Gatto Trocchi

Tempo di spasso e di baldoria

Il Carnevale è la grande festa del periodo invernale e, nei paesi cattolici, precede la Quaresima che, con i suoi quaranta giorni di penitenza, prepara le festività pasquali. Nei tempi antichi il Carnevale era anche la grande festa della fecondità della terra, che doveva svegliarsi dopo il sonno invernale e nutrire le mandrie, le greggi e gli esseri umani. Il Carnevale univa riti di fecondità con l'allegria. Ridere sconfigge la morte e il lutto: tradizioni antichissime collegano il riso, le danze e le burle alla fertilità della natura e degli uomini

Origini del Carnevale

Non si sa da dove derivi il nome 'carnevale': c'è chi dice da car navalis, il rito della nave sacra portata in processione su un carro; secondo altri significa carnes levare ("togliere la carne") o carne vale ("carne, addio") e allude ai digiuni quaresimali, dato che il Carnevale si conclude con il martedì grasso, il giorno che precede, nei paesi cattolici, il mercoledì delle Ceneri.

Nello stesso periodo a febbraio si celebravano nell'antica Roma vari riti che hanno lasciato le loro tracce nel Carnevale attuale. Intanto febbraio era il mese delle purificazioni. Lo scrittore latino Macrobio ricorda che il mese era dedicato al dio Februus: "Durante questo mese bisogna purificare la città e celebrare i riti funebri per i Mani, divinità del mondo sotterraneo". Il passaggio dall'inverno alla primavera permetteva un contatto con il mondo dell'aldilà; i morti reclamavano cerimonie in loro onore, come oggi accade nelle società primitive che venerano i morti nei periodi del cambio di stagione. A febbraio, dice il poeta Ovidio, "si onorano anche le tombe, si placano le ombre degli avi e si portano piccoli doni sui sepolcri. Poco chiedono i Mani, gradiscono la pietà come un ricco dono… Basta coprire la lastra con corone, offerte, basta spargere grano con un poco di sale, con preghiere e gesti del rito". Alle cerimonie di purificazione e di commemorazione si intrecciavano riti di fecondazione, come nei Lupercali, feste antichissime in onore di Marte e del dio Fauno.

Il riso che sconfigge il lutto

Durante il Carnevale si festeggiava la fecondità della terra, che, dopo il risveglio dal sonno invernale, doveva nutrire gli animali e gli esseri umani. Grande valore avevano i riti di fecondità e il riso. Al riso, infatti, si attribuiva il potere di sconfiggere la morte e il lutto e già tradizioni antichissime lo collegano alla fertilità della natura e degli uomini. Moltissime popolazioni seminavano gli ortaggi ridendo e, per i Greci e i Romani, Ghelos e Risus, divinità del riso, erano sacre e venerate.

In un papiro è detto che "Dio rise e nacquero i sette dei che governano il mondo. Al primo scoppio di risa apparve la luce. Scoppiò a ridere la seconda volta e apparvero le acque, con successive risate vennero al mondo Hermes, il Destino e Psiche". Nei miti dei misteri eleusini, la grande cerimonia religiosa della Grecia antica in onore di Demetra, la dea, che ha perduto la figlia Core, non ride più e tutto il mondo rischia la morte: non nascono né fiori, né piante, né animali, né umani. Finalmente una servetta fa ridere la dea facendo un gesto volgare e tutto rinasce e fiorisce.

Le feste di Carnevale

Affermando che "a Carnevale ogni scherzo vale", si vivono giorni all'insegna della sregolatezza, delle burle, delle mascherate danzanti, della gioia sfrenata. Le feste di Carnevale sono occasione di divertimento esagerato e di grandi mangiate. Nel Medioevo il Carnevale era il tempo delle scorpacciate comunitarie e delle danze infinite. Il 're del Carnevale' garantiva l'allegria pazza e la sospensione temporanea delle leggi, delle regole e della morale. Come a Capodanno, semel in anno licet insanire: si può ben essere folli una volta l'anno. I ruoli sociali si invertivano: gli uomini si vestivano da donne e viceversa, i poveri da ricchi, i ricchi da accattoni o da giullari.

I balli, che ancora oggi contraddistinguono i veglioni, erano dedicati alle divinità della terra. Il ballo con i saltelli (come il 'saltarello' laziale) imitava il crescere delle spighe di grano: più in alto saltavano i danzatori, più lunghi e fecondi sarebbero stati gli steli delle spighe. La danza, il riso e l'amore santificavano l'eterno ritorno della primavera.

I carri allegorici del Rinascimento

Nel Rinascimento i carri carnevaleschi esibivano la grandezza dei signori e permettevano al popolo sfrenati baccanali: "Quant'è bella giovinezza, / che si fugge tuttavia! / Chi vuol esser lieto, sia / del doman non c'è certezza", cantava Lorenzo il Magnifico durante i grandi carnevali di Firenze. Anche a Roma, Milano, Bologna, Ferrara, Mantova, si costruivano carri allegorici che rappresentavano scene mitologiche, episodi della Bibbia, allegorie di vizi e di virtù, storie della Grecia e di Roma, segni astrologici, favole e leggende dei santi. Antico simbolo trionfale romano, ma anche biblico, ripreso nel Medioevo con il Carroccio, simbolo di libertà cittadina e popolare, il carro dei Trionfi di Carnevale diviene nel Rinascimento strumento di una propaganda politica e culturale che costruiva una visione del mondo ricca e articolata offerta al 'popolo' dall'élite al potere.

Le maschere

Il Carnevale di oggi si ispira ancora alle belle maschere del tempo che fu e i bambini vogliono travestirsi da moschettieri, da pirati, da dame settecentesche e da odalische dai mille veli. Sono costumi fabbricati in serie ma che ancora evocano la magia del passato.

Le maschere sono sempre presenti in ogni cultura: nascono come maschere degli antenati e dei defunti in ricordo dei riti per i Mani. Poi vi sono le maschere animali, come quelle dei lupi o delle capre, e infine le maschere umane, che permettono, come si è detto, di invertire i ruoli maschio e femmina, ricchi e poveri, giovani e vecchi. Nel teatro classico le maschere erano indossate dagli attori per amplificare la voce e impersonavano tipi fissi: Macco, il ciarliero sciocco, Bucco, il ghiottone scaltro, Pappo, il vecchio sempre preso in giro, oltre al soldato spaccone e alla servetta astuta.

Le maschere italiane nacquero a Venezia e sono già ricordate verso la fine del 13° secolo. Erano usate per diversi scopi, anche quello di nascondersi agli occhi della gente. Da Venezia si diffusero in Italia e in Europa e furono adottate dal teatro dell'arte. Ebbero la massima diffusione nei festini di Carnevale del Settecento, in cui conobbero grande fama personaggi come Rosaura la dama, Florindo l'innamorato, Lelio il bugiardo, inseriti da Goldoni nelle sue commedie.

Le maschere celebrano le tradizioni delle città e delle regioni d'Italia: il Piemonte con Gianduia, Bergamo con Arlecchino, Venezia con Pantalone e Colombina, innamorata di Arlecchino, Milano con Meneghino, la Toscana con Stenterello, Roma col Sor Tartaglia, con Rugantino e Capitan Spaventa, Napoli con il mitico Pulcinella, la Sicilia con Peppe Nappa e i personaggi della tradizione dei paladini.

Il carnevale dei lupacchiotti

Nell'antica Roma la mattina del 15 febbraio una confraternita di celebranti chiamati Luperci ("lupacchiotti") si riuniva in una grotta nei pressi del Palatino chiamata Lupercale, circondata da un fitto bosco dove, secondo la leggenda, la lupa aveva allattato Romolo e Remo. La cerimonia iniziava con l'uccisione di alcune capre e la presentazione di due giovinetti nobili ai quali si toccava la fronte con il sangue e la si purificava con il latte: i due ragazzi scoppiavano allora a ridere, dato che il riso era legato alla fecondità. Poi i lupacchiotti, indossate maschere e pelli di lupo, tagliavano le pelli di capra in strisce sottili e le arrotolavano come le nostre stelle filanti. Correndo sfrenatamente lungo la Via Sacra, lanciavano le strisce alle signore. Le matrone che volevano figli si facevano colpire ripetutamente dalle strisce filanti.

Scherzi da prete

Durante il Medioevo vi era una tradizione bizzarra secondo la quale il prete organizzava una serie di burle, scherzi, barzellette e pantomime per far ridere i fedeli: erano i famosi 'scherzi da prete'. Per riempire la chiesa di risate si lanciavano dall'altare salsicciotti e castagnole. L'usanza aveva vari scopi: era necessario rallegrare gli animi prima della tristezza della lunga Quaresima; le burle inoltre disponevano i fedeli ad ascoltare meglio gli insegnamenti religiosi.

Vedi anche
maschera antropologia Finto volto, di cartapesta, legno o altro materiale, riproducente lineamenti umani, animali o del tutto immaginari e generalmente fornito di fori per gli occhi e la bocca. ● L’uso rituale delle maschera è documentato fin dal Paleolitico superiore ed è diffuso ancor oggi in tutti i continenti, ... Carlo Goldóni Goldóni, Carlo. - Commediografo (Venezia 1707 - Parigi 1793). Mostrò assai presto una viva inclinazione per il teatro, componendo verso i nove anni una commediola e prediligendo nelle sue letture gli autori comici. Nel 1719 seguì il padre, medico, a Perugia, ove studiò 3 anni nel collegio dei gesuiti. ... Gianduia Maschera piemontese (detta in dialetto Giandouja, da Gioan d’la douja «Giovanni del boccale»). Impersona il contadino rozzo di modi, di lingua arguta e di cuore generoso. La sua patria è Callianetto presso Asti dove ha il suo ‘ciabot’ o casa di campagna. Indossa tricorno, parrucca con il codino volto ... Roma Città del Lazio, capitale della Repubblica Italiana; capoluogo di regione e di provincia (Comune di 1307,7 km2 con 2.718.768 ab. nel 2008). ● Il problema dell’etimologia del nome di Roma si era presentato già alla mente degli antichi, ma le soluzioni da essi offerte non reggono alla critica scientifica. ...
Indice
  • 1 Origini del Carnevale
  • 2 Il riso che sconfigge il lutto
  • 3 Le feste di Carnevale
  • 4 I carri allegorici del Rinascimento
  • 5 Le maschere
  • 6 Il carnevale dei lupacchiotti
  • 7 Scherzi da prete
Categorie
  • FOLKLORE E TRADIZIONI POPOLARI in Scienze demo-etno-antropologiche
  • FESTIVITA E CALENDARI RELIGIOSI in Religioni
Tag
  • MERCOLEDÌ DELLE CENERI
  • LORENZO IL MAGNIFICO
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  • RINASCIMENTO
Altri risultati per Carnevale
  • carnevale
    Enciclopedia on line
    Periodo dell’anno antecedente la quaresima (il nome deriva dall’espressione latina carnem levare «toglier la carne»), la cui data di inizio è, secondo alcuni, il giorno di S. Stefano, ma per i più il 17 gennaio. Non di rado la festa si limita agli ultimi 3 giorni, o addirittura al martedì grasso, che ...
  • CARNEVALE
    Enciclopedia Italiana (1931)
    Periodo di tempo festivo, tia il Natale e la Quaresima. Dovrebbe dunque incominciare col giorno di S. Stefano, che fu, sino a non molti anni fa, la data dell'inaugurazione delle stagioni d'opera nei grandi teatri; in pratica lo si fa principiare col 17 gennaio, giorno di S. Antonio abate o da quello ...
Vocabolario
baby-carnevale
baby-carnevale loc. s.le m. Carnevale dei bambini ◆ [tit.] Baby-carnevale / Tutti gli eventi dal centro all’Eur (Giornale, 2 febbraio 2002, p. 37, Roma Cronaca) • I bimbi in maschera si riuniranno per giocare intorno alla fontana del museo...
carnevale
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