Dispositivo di conversione della frequenza di una corrente alternata (o di un sistema trifase di correnti alternate), caratterizzato dal fatto di non avere uno stadio intermedio in corrente continua; detto anche cicloinvertitore, o convertitore diretto. Il c. più usato è del tipo a commutazione naturale dalla rete, per il quale il limite superiore del valore della frequenza di uscita è limitato a circa 1/3 di quello di ingresso. Questo c. è basato sull’impiego di ponti raddrizzatori collegati in antiparallelo, i quali possono fornire una tensione compresa tra due estremi eguali, uno positivo e uno negativo, e analogamente possono erogare o assorbire correnti. Modulando la posizione degli istanti di accensione dei tiristori, si ottiene una tensione di uscita che varia in ampiezza e in frequenza come il segnale di riferimento; quando uno dei ponti conduce, funziona da raddrizzatore se la f. e. m. da esso fornita è concorde con la corrente, funziona invece da invertitore se è opposta. Per realizzare un c. con uscita a tensione trifase bisogna associare tre gruppi convertitori, comandati da tre tensioni di riferimento sfasate di 120°.