Scultore (Haarlem, tra il 1355 e il 1360 - Digione 1405 o 1406). Dopo aver lavorato a Bruxelles, dal 1385 fu a Digione al servizio del duca di Borgogna lasciando con la sua opera un profondo segno innovatore. Aiuto di Jean de Marville, alla morte di questo (1389) fu a capo delle maestranze che operavano nella certosa di Champmol fondata da Filippo l'Ardito (1383) e destinata ad accogliere la sua tomba. S. realizzò la decorazione scultorea del portale della chiesa (1389-97): in una sorta di sacra rappresentazione, addossata al pilastro centrale (trumeau) la Vergine col Bambino accoglie il reverente omaggio dei committenti (Filippo e Margherita), accompagnati da s. Giovanni Battista e da s. Caterina, collocati, a ridosso dei pilastri laterali, su grandi mensole aggettanti come i baldacchini che li sovrastano. Derivato da una formula tradizionale, il complesso si presenta del tutto nuovo per la forte caratterizzazione realistica e il volumetrico impianto delle figure e per la concezione spaziale, che denuncia anche per le diverse dimensioni delle statue l'attenzione per uno spazio prospetticamente inteso. Dal 1395 S. lavorò al calvario posto al centro della fontana del chiostro della certosa: andate perdute le figure della Vergine, di s. Giovanni e della Maddalena, rimangono un frammento di Cristo crocifisso (ora nel museo di Digione) e la grandiosa base esagonale sulla quale erano poste le statue: nota come Pozzo di Mosé o Pozzo dei profeti, con chiari risvolti simbolici (fons vitae), la base è decorata con le figure stanti di Mosé, Geremia, Zaccaria, Daniele, Isaia e David e con sei angeli dolenti, segnata da un'assoluta padronanza tecnica nella profonda penetrazione psicologica e nel possente e variato gioco dei panneggi, caratteristiche che dovevano essere esaltate dalla policromia andata perduta. Nel 1384 Filippo aveva ordinato la sua tomba ma alla sua morte (1404) era stato realizzato solo l'impianto architettonico e due figure piangenti; dopo la morte di S. l'opera fu portata a termine (1410), secondo i suoi disegni, dal nipote Claus de Werwe. Smembrata durante la Rivoluzione, la tomba (Digione, Museo) è stata ricomposta (1932) nei modi originali: la figura del defunto è in gran parte opera di restauro ma nella lunga teoria delle figure piangenti che orna la base si ritrova il realismo espressivo di S., modulato in infinite gradazioni di dolore. Eccezionale novità nell'ambito borgognone, lo stile di S. trova invece assonanze proprio nel luogo della sua formazione, come mostrano i profeti del municipio di Bruxelles (ora nel museo comunale), gli apostoli della chiesa di Hal o l'Incoronazione della Vergine nel portale di St. Jacques a Liegi.