Si dice di organi posti l’uno di fianco all’altro: per es., le gemme di alcune Monocotiledoni.
Fascio c. Quello nel quale libro e legno sono contrapposti, essendo a contatto per una sola parte della loro superficie.
Effetto c. Reazione avversa indotta da un medicamento, a carattere prevedibile e quindi diversa dall’effetto indesiderato e imprevisto. Tale distinzione, però, ha solo valore relativo, poiché un effetto è imprevisto soltanto in fase di imperfetta conoscenza e incompiuta sperimentazione clinica di un farmaco (➔ farmacovigilanza), mentre nella fase successiva esso sarà catalogato come collaterale. Non esiste farmaco che sia totalmente privo di effetti c. poiché tutti determinano oltre agli effetti terapeutici anche effetti indesiderati. Talora certi effetti c. dei farmaci possono essere utilmente sfruttati: per es., la sonnolenza indotta da un antistaminico indicato contro manifestazioni allergiche può suggerire il ricorso a tale prodotto se il paziente è insonne.
Arterie c. Rami dell’arteria omerale ( arteria c. esterna e arterie c. interne, superiore e inferiore).
Circolazione c. Quella che si stabilisce attraverso i rami secondari di un vaso quando il tronco principale viene occluso per processi patologici o durante un intervento operatorio.
Giudice c. Chi accompagnava, in qualità di giudice, il podestà, il capitano del popolo e simili magistrati dei Comuni medievali.
C. di Campidoglio Ciascuno dei giudici che, con le funzioni suddette, sedeva in Campidoglio accanto al senatore di Roma.
Consiglio c. Supremo consiglio del Regno di Napoli, creato nel 1516 e composto di cinque dottori, che deliberavano sugli affari di Stato.